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ANCORA SULLE ELEZIONI A CEFALÙ

Croci riapre le polemiche
Attacco sui costi del ricorso

Ma viene bacchettato su Facebook
Edoardo Croci si scandalizza che sia il Comune di Cefalù, e non il sindaco Saro Lapunzina in prima persona, a resistere al suo ricorso elettorale. Così, fa sapere, si carica sulle casse comunali il costo dell’assistenza legale: 6600 euro. Contro Lapunzina il professore milanese rivolge la critica di far pagare ai contribuenti le spese del giudizio. Non avrebbe dovuto farlo – di qui l’accusa di una “caduta di stile” – perché il suo interesse è quello di restare sindaco mentre quello del Comune è di avere una competizione regolare. Alla base di tutto c’è la decisione della Regione che, in mancanza di una previsione di legge, non ha sospeso le elezioni dopo la dichiarazione di “incandidabilità” di Vittorio Sgarbi.
Sfugge a Croci il fatto che intanto le elezioni ci sono state e che Lapunzina ha vinto distanziandolo di oltre 1100 voti: tanti per pensare che la differenza poteva essere colmata senza la partecipazione di Sgarbi. La sensibilità politica dell’elettorato è pure cambiata a suo svantaggio, almeno a giudicare dalle reazioni suscitate, e Lapunzina è riuscito ad allargare il sistema delle alleanze. Tutto lascia quindi pensare che, nel caso in cui il Tar decidesse di far ripetere le elezioni, Lapunzina otterrebbe un successo ancora più largo.
Ma l’aspetto più curioso della presa di posizione di Croci riguarda quella “pagliuzza” dei 6600 euro “che usciranno dalle casse comunali per pagare gli avvocati” mentre “sarebbero potuti essere meglio destinati ad interventi di pubblica utilità con l’avvio della stagione turistica”. E non si accorge il professore milanese della “trave” del suo ricorso che, se accolto, comporterebbe per il Comune la spesa di oltre 300 mila euro. È la ragione per cui non solo Lapunzina ma il Comune hanno interesse a evitare la ripetizione delle elezioni. È quello che gli viene ricordato in vari interventi su Facebook dove la mossa di Croci viene pesantemente attaccata. C’è chi gli ricorda di avere, a caldo, annunciato la rinuncia al ricorso mentre poi ha cambiato idea. Una questione di “pupi e pupari” sottolinea un commento. E un altro calcola che, se dovesse tornare in campo, il 99 per cento dei cefaludesi sarebbe pronto ad accoglierlo con un lancio di “pomodori marci”.
In questo clima surriscaldato dalle polemiche si attende che il 9 ottobre il Tar decida il da farsi.
08.07.2012

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