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LA CGIL CHIEDE UN CAMBIO DI ROTTA

Rifiuti, si chiudono gli Ato
Ma serve una riforma vera

Da domani gli Ato rifiuti cesseranno di esistere. Al loro posto entreranno in funzione le Srr (società per la regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti). Ma non basta sopprimere gli Ato, occorre un reale cambio di rotta del sistema, avverte la Cgil, la quale ricorda che il 90 dei rifiuti finisce in discarica.
“Avere soppresso gli Ato rifiuti – osserva il sindacato – che hanno prodotto solo inefficienze, clientelismo, malaffare e debiti è un passo avanti importante ma certamente non esaurisce il tema della riforma del sistema. Se il governo regionale vuole dimostrare che fa sul serio faccia in modo che ci sia un reale cambio di rotta in un sistema rifiuti che è di fatto oggi identico a quello del 1999”.
“Come prima cosa – dicono Mimma Argurio, della segreteria regionale Cgil e Alfio La Rosa, del dipartimento territorio e ambiente del sindacato – si superi subito la logica dei commissariamenti, che negli ultimi 13 anni ha solo prodotto deroghe ai limiti ambientali e alla normativa sugli appalti. Se non lo si fa – rilevano – e se non si individuano norme semplici e coordinate anche le Srr rischiano di diventare carrozzoni”. La Cgil si dice contraria anche all’avvio di una fase commissariale che riguardi l’impiantisca, “perché le scelte – è il punto di vista del sindacato – non vanno imposte dall’alto ma verificate nel territorio”.
Per la Cgil, inoltre, “l’Ars deve rivedere subito il piano regionale dei rifiuti eliminando le storture del vecchio piano che prevedeva di bruciare i rifiuti nelle cementerie, e individuando le linee guida sulla cui base i territori dovranno poi definire i piani industriali”.
“Tutt’oggi ci sono delle enormi criticità nel sistema – dicono Argurio e la Rosa – su cui sfidiamo il governo regionale. All’assessore Marino – specifica – chiediamo di costituire subito un osservatorio sugli appalti, viste ancora le irregolarità che si registrano in un ambito sempre a rischio di infiltrazioni mafiose, e un osservatorio sulle discariche”.
Secondo la Cgil, “una ricognizione sullo stato delle discariche è oggi non più rinviabile”. “Bisogna verificare le emissioni in atmosfera – sostengono Argurio e La Rosa – i sistemi di gestione del percolato, il livello di inquinamento delle falde e intervenire sulla formazione delle tariffe, su cui oggi non c’è omogeneità”. La Cgil sottolinea che “l’attuale sistema deve essere superato e sostituito con un altro i cui cardini devono essere il riuso e riutilizzo e non certo la pirolisi di cui parla il governo”. E giudica “gravissimo, e terreno su cui recuperare, il fatto che non siano stati spesi 38 milioni di fondi europei per implementare la raccolta differenziata e 24 milioni destinati a sviluppare le filiere del riciclaggio e del riuso e questo perché non è stata approvata la legge regionale sul regime di aiuti alle imprese”.
“Noi – dicono i due esponenti della Cgil – chiediamo efficienza, trasparenza, legalità e il rispetto delle normative europee che prevedono, ad esempio, il pretrattamento dei rifiuti che finiscono in discarica. Riteniamo anche che occorra dotarsi di un sistema informatico accessibile on line che renda fruibili i dati sul ciclo integrato dei rifiuti, per incrementare la consapevolezza, la conoscenza e la partecipazione dei cittadini. Su questi temi il governo dia risposte”.
30.09.2013

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