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L’AZIENDA RIBATTE: LA BUROCRAZIA CI DISCRIMINA

Acqua, la Regione pensa
a una gara solo per Geraci

La guerra dell’acqua di Geraci Siculo è arrivata a un passaggio cruciale: l’azienda che imbottiglia l’acqua minerale potrebbe sospendere la produzione, chiudere l’attività e licenziare i dipendenti. Sarebbe l’effetto di una scelta della Regione che viene denunciata dalla società come discriminatoria e penalizzante. Tanto che l’amministratore unico, Giuseppe Spallina, ha presentato una nuova denuncia all’autorità giudiziaria. È l’epilogo di una vicenda nella quale la controparte è rappresentata dal Comune, orientato a mettere le risorse idriche di cui è ricco il territorio per sviluppare un rapporto con forze imprenditoriali interessate a un progetto termale. La società Acqua Geraci vede così ostacolati i propri piani di sviluppo e denuncia i ritardi, a suo giudizio immotivati, con cui la burocrazia regionale tiene da una ventina di anni ferma la pratica per l’ampliamento della concessione.
Ora addirittura sembra orientata a mettere completamente in discussione il rinnovo della concessione ricorrendo a una sorta di gara pubblica. Acqua Geraci, naturalmente è contraria e rinnova le sue acuse: “La Regione siciliana – si legge in una nota – ha da sempre prorogato e rinnovato le concessioni dei suoi beni senza alcuna gara pubblica, ma la regola non vale per l’Acqua Geraci. Per questa azienda il criterio che vogliono applicare alcuni funzionari regionali è quello di prorogare la concessione di acque minerali, in scadenza il prossimo 17 novembre, solo fino al rilascio di una nuova concessione mediante gara pubblica. L’infondatezza di un simile criterio è palese, ma rischia di costringere un’impresa produttiva e sana a chiudere e a licenziare i collaboratori tra pochi giorni”. La prima risposta è una nuova denuncia alla Procura della Repubblica di Palermo, “affinché vengano accertati con la massima urgenza gli eventuali reati ascrivibili ai funzionari che hanno emesso o prorogato concessioni di acqua minerale e di altri beni pubblici senza gare oppure ai loro colleghi che vogliono negare all’azienda la proroga trentennale diretta della concessione che, dopo istruttorie ultra ventennali, è stata anche giudicata legittima e preferibile alle istanze di nuove concessioni presentate da altri”.
“Recentemente – osserva l’azienda – in Sicilia e in altre regioni italiane sono state rilasciate, prorogate, potenziate e ampliate diverse concessioni di acqua minerale senza alcuna gara, perché ciò è espressamente consentito non solo da leggi interne e norme comunitarie, ma anche dall’interpretazione autentica di queste ultime fornita dalla Commissione europea il 2 maggio 2012. Tale interpretazione autentica ha, infatti, sancito che lo sfruttamento delle sorgenti minerali e l’imbottigliamento delle loro acque sono concedibili senza gare perché non costituiscono prestazione di servizi, bensì un’attività di produzione primaria, che richiede investimenti in opere, macchinari, marketing e programmi ammortizzabili nel lungo periodo”.
“Inoltre – aggiunge la nota – con decreto del 12 agosto 2014 l’assessore regionale per il Territorio ha prorogato senza gara fino al 31 dicembre 2020 tutte le concessioni delle spiagge siciliane per stabilimenti balneari in scadenza nel 2015”.
“È innegabile che la Regione – dice l’amministratore dell’Acqua Geraci, Giuseppe Spallina – può accordare la proroga trentennale della nostra concessione se non vuole continuare a discriminarci ingiustamente. Diversamente dovrà dichiarare l’immediata inefficacia di tutte le concessioni di beni pubblici rilasciate senza gare negli ultimi anni, denunciare chi ha omesso tale procedura per abuso d’ufficio e risarcire i danni arrecati ai concessionari decaduti, compromettendone gli investimenti e incrementando la disoccupazione”.
L’amministratore dell’Acqua Geraci ha anche chiesto di essere sentito dai magistrati.
22.09.2014

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