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UN VADEMECUM PREPARATO DALLA POLIZIA

Truffe on line, ecco le regole
per non cadere in trappola

Sono sempre più numerose le denunce arrivate al commissariato di polizia di Cefalù diretto da Manfredi Borsellino per truffe on line ideate da inserzionisti privati, sopratutto sui siti di annunci e vendite più accattivanti. Il motivo per cui gli utenti cadono in trappola è principalmente la mancata conoscenza delle essenziali regole di cautela da adottare per un pagamento sicuro nonché per un acquisto che non vada a vuoto.
Per questo il dirigente del commissariato di Cefalù, Manfredi Borsellino, dirama un insieme di regole comportamentali per evitare di subire danni e raggiri. La prima regola è quella di ottenere il più possibile informazioni sul venditore privato attraverso l'invio di una copia di carta d'identità e del codice fiscale oppure semplicemente intrattenendo contatti telefonici.
Evitare pagamenti tramite Moneygram o pagamenti su carte ricaricabili, poiché difficilmente rintracciabili. Preferire, dunque, un metodo di pagamento mediante, per esempio, Paypal o comunque mediante un mezzo protettivo nel quale dovrà essere sempre indicato il motivo del pagamento.
Nel caso di un versamento su Iban, occorre verificare sempre che il codice sia composto da 27 caratteri di cui 3 lettere e non di 27 caratteri di cui 5 lettere. Per la precisione, un vero codice Iban contiene due lettere all'inizio e una lettera in quinta posizione.
Nel caso di acquisti sul sito Ebay, risulta più semplice la verifica da parte dell'utente che già a partire dai feedback del venditore e dalle recensioni degli altri utenti può verificare da sé l'affidabilità del venditore.
Molte anche le truffe a carico dei venditori che si trovano davanti a fantomatici acquirenti che fanno credere di essere interessati all'acquisto facendosi comunicare dal venditore i dati dell'Iban e solo in un secondo momento si rivelano una truffa, poiché riferiscono di aver inviato il bonifico ma che, trovandosi in Nigeria o in Costa D'Avorio per lavoro, hanno bisogno di sbloccare il bonifico attraverso il pagamento della tassa sull'uscita dei capitali imposta dallo Stato che il venditore invia successivamente tramite Moneygram ignaro dell'inganno.
Altro tipo di trappola, chiamata phishing, è quella che arriva direttamente dalla posta elettronica. Attraverso un comunicato e-mail viene segnalato un blocco o un problema su carta di credito o sul conto corrente della vittima la quale accederà ai suoi dati senza sapere che finiranno in mao ai truffatori. In questo caso viene raccomandato di cancellare o ignorare questo tipo di e-mail.
Infine, bisogna anche diffidare da richieste d'amicizia su Facebook di donne molto belle e sconosciute che propongono poi video-chat registrate per ricattare l'utente che può rischiare di entrare in un circuito di pagamenti obbligati. In questo caso è semplicemente idoneo cancellare l'amicizia e ignorare i ricatti.
27.10.2014
Mariangela Miciotto

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