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IL GIORNO DELLA MEMORIA

Cefalù, il ricordo di Falcone
tra speranze e commozioni

Un corteo degli studenti concluso a piazza Duomo la mattina, una tavola rotonda con esperti e magistrati nel pomeriggio. Così Cefalù, tra speranze e commozioni, ha ricordato l’anniversario della strage di Capaci. Nel pomeriggio, oltre alla deposizione di una corona per le vittime della mafia, il momento centrale della giornata della memoria organizzata dall’amministrazione comunale e intitolata “Capaci di non dimenticare”. Si è svolto al teatro comunale. Con gli interventi, tra gli altri, del sindaco Rosario Lapunzina ("ci vuole unaa nuova Resistenza"), di un imprenditore antiraacket, del procuratore di Termini Imerese, Alfredo Morvillo, cognato di Falcone, e di Ignazio De Francisci. Era il più giovane magistrato del pool antimafia guidato da Antonino Caponnetto e, rievocando quella stagione di grandi successi ma anche di piombo, non è riuscito a trattenere la commozione.
In quegli anni, ha sottolineato Morvillo, si andavano affermando nuove professionalità e cresceva una schiera di magistrati che combinavano preparazione e dedizione al lavoro. “Grazie a loro – ha detto Morvillo - nulla è più come una volta. Possiamo stare tranquilli che le forze dell’ordine e la magistratura marciano in sintonia: un meccanismo perfetto. È cominciata un’epoca nuova nella quale dai piccoli si è passati a perseguire i grandi boss”. Ma il momento repressivo, ha avvertito, non basta. “Non basta – ha aggiunto – avere grandi capacità nella ricerca di patrimoni illeciti: occorre trovare il modo di impedire che queste ricchezze si possano formare. E quindi la strada giusta quella puntare molto sulla prevenzione tenendo presente che la vera forza per le organizzazioni mafiose sono le relazioni esterne”.
Non manca nell'intervento di Morvillo anche un messaggio per i giovani: “Ho fiducia nel loro ruolo, perché grazie a queste giornate possano continuare a mantenere viva la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme al sacrificio di tutti quegli uomini che hanno dato la propria vita per aver lottato contro la mafia”.
Il senso di ciò che è cambiato e della lezione civile e culturale trasmessa dagli uomini del pool si è riflessa nella drammatica testimonianza dell'imprenditore Gianluca Calì: “Non dobbiamo avere paura di loro, ma devono essere loro ad avere paura di noi, perché siamo la totalità e perché abbiamo dalla nostra le forze dell'ordine, i magistrati che ogni giorno lottano per scacciare questa piaga”.
Il tono del dibattito ha assunto una connotazione ancora più familiare soprattutto con le parole di Maria Vittoria Cerami dell'associazione contro tutte le violenze di Palermo. Anche lei si commuove al ricordo di Falcone “una persona straordinaria che ho avuto l'onore di conoscere all'inizio dei miei studi universitari – dice - il cui duro e arduo ruolo sociale non scalfiva la sua simpatia e la sua semplicità d'animo che quotidianamente manifestava con suoi amici”.
Nel cartellone della manifestazione c'era anche uno spettacolo di marionette della compagnia di Angelo Sicilia che ha presentato un'originale storia di Falcone e Borsellino.
23.05.2015
Patrizia Curreri

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