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SEQUESTRATO PER ORDINE DEL MAGISTRATO

Cefalù, blitz della polizia
Via i tavoli dal lungomare

Tavoli, sedie, ombrelloni dei ristoranti del lungomare di Cefalù sono stati smantellati da un blitz della polizia e della guardia costiera. La strada non poteva essere occupata: si tratta di demanio marittimo e non erano state date le concessioni che pure erano state chieste dai ristoratori. La pratica però non era stata definita. I proprietari dei locali avevano comunque occupato il suolo per la loro attività.
L'operazione "Free font-water" (Lungomare libero) nasce da esposti e da una serie di verifiche e sopralluoghi ma anche da una ricostruzione dei passaggi burocratici. Il lungomare era una volta dato in concessione al Comune, che già in passato aveva rinunciato non essendo in grado di pagare gli oneri connessi. Tornato in possesso del lungomare, il demanio ha dettato una propria disciplina. Il gip di Termini Imerese ha definito il blocco delle concessioni una "empasse" amministrativa, costituita dalla mancata soluzione della vertenza tra il Comune di Cefalù e l’assessorato regionale Territorio e ambiente.
Quest’ultimo non avrebbe dato corso alle richieste di concessione avanzate dai ristoratori anche per l’assenza a Cefalù di un piano di utilizzo del demanio marittimo, per la stesura del quale lo stesso Assessorato ha recentemente nominato un commissario ad acta.
Sta di fatto che a fronte della semplice presentazione della richiesta di concessione (e del relativo pagamento dei diritti fissi) i ristoratori e i titolari dei pub del lungomare cefaludese già dal maggio scorso si sono avvalsi dell’area demaniale antistante il proprio locale collocandovi sedie, tavoli, fioriere, ombrelloni e ogni altro elemento di arredo necessario all’attività di ristorazione.
I funzionari dell’Assessorato Territorio e Ambiente, sentiti nel corso degli accertamenti, pur volendo far ripartire le istruttorie per il rilascio delle concessioni nonostante l’assenza del Pudm (Piano di utilizzo del demanio marittimo), avrebbero dichiarato che l’iter amministrativo sarebbe talmente lungo e complesso per via dell’acquisizione dei prescritti pareri della Soprintendenza, del Genio Civile e di altri enti da non consentire il rilascio delle concessioni per la stagione estiva in corso.
L’occupazione non autorizzata (e l’esercizio della relativa attività imprenditoriale) dello spazio demaniale marittimo dei ristoranti e dei locali che operano sul Lungomare cefaludese, prima che venisse loro rilasciata la concessione, ha pertanto comportato il sequestro (disposto dal GGip di Termini Imerese, Michele Guarnotta) delle aree interessate e la loro restituzione alla fruizione pubblica.
La polizia di Cefalù, diretta da Manfredi Borsellino e coadiuvata dall’ufficio circondariale di Termini Imerese e dalla guardia costiera di Cefalù, ha invitando i ristoratori a sgomberare le aree antistanti i rispettivi locali liberandole da ogni elemento di arredo con il quale erano occupate abusivamente. Ai titolari e ai rappresentanti legali degli esercizi pubblici è stata contestata la violazione dell’art. 1161 e 54 del codice della navigazione per avere occupato senza autorizzazione un’area del demanio marittimo.
27.07.2015

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