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LA SERATA AL CINEMA DI FRANCESCA

Cefalù, nel nome di La Torre
la sfida al “sistema” mafioso

Rosy Bindi: in certe leggi varchi allo scambio
Quarant’anni fa era un documento che sanciva la divisione della politica. Ora la relazione di minoranza firmata da Pio La Torre con il contributo di Cesare Terranova è un patrimonio da condividere tanto attuale è la sua analisi sulla mafia. Per questo la commissione antimafia ha deciso di ripubblicarla. La presidente Rosy Bindi ne parla, prima a Palermo e poi a Cefalù, come di un’operazione che serve a combattere il profilo di un sistema criminale oggi, come sempre, compenetrato con la corruzione, il malaffare, la politica inquinata.
Nel giorno in cui si ricordava l’uccisione, 34 anni fa, di Pio La Torre e Rosario Di Salvo il richiamo sui legami ancora stretti tra mafia e politica è stato ripetuto al cinema Di Francesca che sempre più si propone, ha detto Giovanni Cristina, come un “luogo culturale e sociale polivalente”. Lo è stato anche in occasione della manifestazione promossa dall’amministrazione comunale che è cominciata con la rappresentazione dell’atto unico di Vincenzo Consolo, “Pio La Torre orgoglio della Sicilia”, messo in scena dal regista Leonardo Mancini, e si è conclusa con un confronto coordinato da Attilio Bolzoni al quale, oltre a Rosy Bindi, hanno partecipato Franco La Torre il figlio di Pio e il presidente del centro studio La Torre, Vito Lo Monaco. In sala c’era anche Tiziana Di Salvo, la figlia di Rosario. E' stato il sindaco Rosario Lapunzina a introdurre la serata e a sottolineare, davanti alla riproposizione di scandali e inchieste, che “la politica deve creare in se stessa gli anticorpi per fare in modo che il malaffare non continui ad allignare in essa e fare in modo che chi si rende colpevole di condotte indegne sia espulso ancor prima di attendere l'esito delle sentenze”.
È proprio quello che Rosy Bindi ha riaffermato, dopo averlo proclamato la mattina a Palermo, nel passaggio in cui ha detto qual è la sfida lanciata dalle inchieste: “La politica preceda la magistratura nella selezione della classe dirigente”.
C’è poi da mettere a fuoco l’evoluzione della mafia, se non delle mafie. Nella relazione di minoranza di La Torre 40 anni fa veniva descritto un sistema di compenetrazioni e di interessi e si facevano nomi e cognomi. E veniva tracciata una strada che portava all’introduzione nell’ordinamento penale del reato di associazione mafiosa e alla confisca dei beni dei boss illecitamente accumulati. Fu La Torre a presentare la proposta che divenne legge solo dopo l’uccisione di Carlo Alberto Dalla Chiesa. “Da allora – ha detto la presidente Bindi – sono stati fatti molti passi avanti ma è anche vero che da vent’anni a questa parte sono state fatte leggi, tra cui quella sugli appalti, che hanno aperto varchi alla mentalità dello scambio”.
Il fatto è, ha chiosato Franco La Torre, che l’attualità della relazione di minoranza del 1976 dovrebbe ora indurre ad aggiornare l’analisi. E a portare in Europa l’esperienza italiana che si pone, a partire dalla legge Rognoni-La Torre, all’avanguardia in campo internazionale. In Europa, ha ricordato, non è contemplato il reato di associazione mafiosa.
La serata, che si è conclusa con la piccola cerimonia della firma da parte di Rosy Bindi del Libro Rosso della città, era cominciata con la rappresentazione dell’atto unico di Consolo interpretato da Marco Gambino, Marisa Di Simone, Antonella Guerrieri, Rosa Macaluso, Giannandrea Dagnino e Carmelo Nasello. Consolo ripercorre le tappe della vita di La Torre che si intrecciano con le lotte sociali e la storia della Sicilia del dopoguerra per concludere: “È l’onore di Sicilia e di questo nostro Paese Pio La Torre, lo sono tutti gli altri martiri, gli altri eroi”.
30.04.2016

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