Si mettono in moto le procedure per la richiesta di variante che dovrebbe comportare lo spostamento della galleria di sfollamento della nuova stazione di Cefalù. Il sindaco Rosario Lapunzina ha annunciato che la richiesta sarà inviata a Rfi nei prossimi giorni. È proprio quello che era stato deciso alla luce della relazione di Fabio Cafiso, consulente tecnico del Comune. Un’indagine geologica aveva fatto emergere criticità sulla consistenza del terreno nel quale, secondo il progetto delle Ferrovie, la galleria dovrebbe essere costruita. Il professor Cafiso, docente di Geotecnica all’Università di Palermo, aveva segnalato il rischio di stabilità per gli edifici nell’area soprastante dello Spinito. Da qui l’orientamento dell’amministrazione comunale di chiedere una variante al progetto che, peraltro, tiene conto delle osservazioni dei proprietari delle case e di un comitato cittadino formulate in vari incontri con il sindaco, con i tecnici e con i rappresentanti di Rfi e dell’impresa Toro costruzioni incaricata di realizzare la galleria.
Dalla relazione di Cafiso ha preso le mosse anche una polemica politica aperta nei confronti dell’amministrazione da chi ha rivendicato l’intuizione dei rischi di stabilità, segnalati in vari momenti, connessi alla realizzazione dell’opera. Polemiche alle quali il sindaco ha replicato rivendicando a sua volta il merito di avere seguito una linea di cautela, di avere chiesto una relazione tecnica pur non essendo il committente dell’opera e di non avere rilasciato le concessioni per l’avvio dei lavori.
Al di là del confronto politico, resta il dato tecnico fissato nella relazione di Cafiso. La perizia comporterà inevitabilmente un appesantimento dei tempi di esecuzione del progetto ma questo, in fondo, è il male minore rispetto all’esigenza primaria di completare l’opera in condizioni di sicurezza.
Le risultanze dell’indagine tecnica svolta da Cafiso, dice ora il sindaco, “rappresenta per il Municipio quel presupposto di carattere tecnico, indispensabile per chiedere l'attivazione delle procedure di cui al Codice dei contratti pubblici. Va detto che il Comune di Cefalù, che non è il committente dell'opera, non aveva alcun obbligo di affidare un incarico a un proprio tecnico di fiducia”.
Nella nota di Lapunzina si legge ancora: “La scelta assunta, già nel dicembre scorso, con l'attribuzione di un primo incarico, poi rinunciato dal professionista, è la dimostrazione del grande senso di responsabilità dell'amministrazione comunale, che ha sempre temuto l'impatto dei lavori previsti nella via Antonello da Messina, tanto da non consentire, a oltre sei mesi dalla presentazione del progetto, che gli stessi avessero concreto inizio”.
Il Comune, assicura Lapunzina, farà valere in ogni sede le ragioni tecniche emerse dall’indagine di Cafiso. Ma il sindaco non rinuncia a mandare qualche piccola stoccata quando sostiene di “poter contare su qualcosa di assai più solido di tante vuote parole che si sono spese, e si continuano a spendere, sull'argomento”. “È proprio vero – conclude – che il mondo ricompensa più spesso le apparenze del merito che il merito stesso”.