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Il villaggio Himera è chiuso
ma fioriscono le polemiche

Sottratto alla mafia e affidato al Comune di Termini Imerese, l’ex villaggio Himera di Buonfornello è da tempo sottoposto a degrado e razzie. Che farne? Il sindaco Francesco Giunta ha allargato le braccia. Per rimettere in piedi la struttura e assegnarle una funzione sociale occorrono almeno tre milioni. “E il Comune – dice – non ha queste risorse”. Giunta ha segnalato anche il destino a volte paradossale, come in questo caso, di beni che nelle mani della mafia funzionano e quando passano allo Stato no. È questo un messaggio negativo e pericoloso, si affretta a chiarire il sindaco. Per il quale è invece necessario che i beni confiscati debbano essere sottoposti a una diversa regolamentazione, "facendo in modo che possano essere gestiti in modo efficiente e produttivo". “Bisogna attivare un circuito virtuoso - insiste - per non fare passare l’idea quanto mai sbagliata che con la mafia le iniziative imprenditoriali funzionino meglio. Ripeto: si tratta di un messaggio negativo da evitare. E per questo è giusto avviare una seria riflessione”.
Giunta lo ripete più volte anche per replicare a una nota di due deputati termitani dei Cinque Stelle, Luigi Sunseri e Antonella Campagna, quest’ultima componente della Commissione antimafia.
"Che sulla gestione dei beni confiscati alla mafia serva una riflessione è indubbio. Ma dichiarare – sostengono – il fallimento dello Stato nella gestione dei patrimoni sottratti alle mafie è gravissimo. Così come sono inaccettabili le considerazioni del sindaco di Termini Imerese sull'ex villaggio Himera. Che un rappresentante delle Istituzioni dichiari pubblicamente che 'quando il villaggio lo gestiva la mafia funzionava, quando è passato nelle mani dello Stato no' è inammissibile e intollerabile".
"Al netto del 'rammarico' espresso dal sindaco - proseguono i due parlamentari - riteniamo che certe considerazioni mortificano l'esempio di quanti hanno dedicato la propria vita alla lotta alla mafia, portando avanti battaglie culturali e sociali, finalizzate a sradicare esattamente considerazioni, diffuse in Sicilia, come quelle espresse dal sindaco".
Da qui la replica Giunta: “Spiace constatare che alcuni personaggi 'graziati dalla politica bendata' facciano ricorso a mezzi puerili quali la distorsione delle parole e la strumentalizzazione di una frase volutamente provocatoria. Sono certo che i cittadini onesti così avevano compreso cosa diceva il sindaco: manifestare rabbia per una situazione ingestibile e cercare di sensibilizzare la classe politica nazionale affinché siano individuate soluzioni. E quindi tireranno le orecchie a questi maestri dell'improvvisazione”.
Il villaggio Himera era stato aperto negli anni ’60. La società proprietaria era la Eolie Yachting di Vincenzo Marcianò. Secondo i magistrati che oltre 10 anni decisero la confisca, nella società di Marcianò sarebbero finiti i soldi delle famiglie mafiose di Boccadifalco e di Caccamo. La struttura venne quindi assegnata all’amministrazione comunale che però non ha le risorse per rimetterla in piedi. Da tempo è chiusa e vandalizzata. Il Comune di Termini Imerese sta ora progettando di assegnarla con un bando a privati disposti a riaprirla come villaggio turistico o per altre attività imprenditoriali. I tempi non saranno brevi. E intanto fioriscono le polemiche.
13.01.2019

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