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IL RITORNO DEL MINISTRO A TERMINI IMERESE

Blutec, Di Maio annuncia:
cassa integrazione per 6 mesi

Ancora buio invece sulla vertenza
Il ritorno del ministro Luigi Di Maio a Termini Imerese ha portato una sola novità: per i 700 operai Blutec sarà attivata la cassa integrazione fino al 30 giugno. Per i primi sei mesi del 2019 saranno garantiti quindi gli ammortizzatori sociali. Poi si vedrà. La pace sociale copre la campagna elettorale per le europee. E questa era forse la preoccupazione che ha sbloccato, in parte, una trattativa avviata verso un binario morto.
Nel merito della vertenza invece non sono venute risposte dall’incontro con i sindacati e dalla conferenza stampa che al Municipio ha concluso la visita del ministro, decisa dopo sei giorni di proteste da parte degli operai. Con Di Maio c’erano il presidente della Regione, Nello Musumeci, e il sindaco Francesco Giunta.
Il ministro ha spiegato come verranno sbloccati gli ammortizzatori sociali. "Quando abbiamo cominciato ad affrontare la questione ci siamo resi conto che la legge non consentiva di erogare la Cig dal primo gennaio. Sono qui per dire che lunedì modifichiamo la legge con un emendamento al decreto sul reddito di cittadinanza e quota 100. Come ministro erogherò ai lavoratori della Blutec gli ammortizzatori di gennaio e febbraio, che non hanno ricevuto nonostante l'accordo firmato, e nei prossimi mesi fino a giugno".
"Ma il problema - ha subito aggiunto - è che lo Stato si deve fare rispettare. Questo territorio vuole lavoro, sta vivendo e ha vissuto lo scotto della trasformazione del mondo del lavoro soprattutto dell'automotive, che ha sacrificato Termini Imerese. Blutec ha preso impegni con lo Stato e col territorio, deve rispettarli".
Anche senza un chiarimento di fondo sulle prospettive del piano di ripresa produttiva nello stabilimento ex Fiat, i sindacati incassano comunque un risultato.
"La nostra protesta è servita. Di Maio ha annunciato il rinnovo imminente dei primi sei mesi di cassa integrazione per i 700 dipendenti Blutec. Ci aspettiamo lo stesso impegno per i 62 operai dell'indotto che non hanno sostegno al reddito. Siamo soddisfatti ma certo non basta. Serve l'avvio di un percorso di reindustrializzazione serio per rioccupare mille operai e creare lavoro". Lo hanno sottolineato, a incontro concluso, il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, ed Enzo Comella, segretario della Uilm Palermo. "Abbiamo ribadito al ministro – hanno aggiunto – che ha l'obbligo di ricercare ulteriori manifestazioni di interesse che possano affiancare Blutec nella reindustrializzazione, come promesso. Al governo regionale e al prefetto abbiamo chiesto una verifica delle aree abbandonate nella zona industriale di Termini Imerese che potrebbero essere riutilizzate e attrarre veri investimenti".
“È positivo che il ministro sia venuto incontro alle esigenze dei lavoratori” dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom-Cgil e responsabile automotive, e Roberto Mastrosimone segretario generale Fiom Sicilia.
"La cassa integrazione - spiegano i due esponenti della Fiom - sarà anticipata con un decreto ad hoc per la retribuzione dell'ammortizzatore sociale ai lavoratori di Termini Imerese per sei mesi nonostante la richiesta di garantire il pagamento per tutti i 12 mesi. I lavoratori diretti di Blutec, come i 62 dei servizi, hanno diritto a mantenere la continuità di reddito".
La Fiom ha rappresentato al ministro la richiesta di perseguire l'obiettivo di dare attuazione agli accordi sottoscritti al Mise a partire dalle responsabilità della Blutec. "L'azienda - affermano De Palma e Mastrosimone - deve garantire gli investimenti e la realizzazione del piano industriale e occupazionale per tutti gli 800 lavoratori tra diretti e indotto. È indispensabile – per la Fiom – che sull'area industriale di Termini Imerese possano investire nuove realtà industriali. È necessario che la responsabilità di Fca, richiamata dal Ministro, trovi un tavolo di confronto in una situazione complessiva dell'automotive attraversa da una fase di crisi ma anche da opportunità legate al rilancio della produzione di auto ecologiche".
E a proposito di altri soggetti da coinvolgere, non sono mancate richieste di chiarimento sulle intenzioni di importanti gruppi giapponesi. Ma Di Maio non ha dato, perché non le aveva, notizie precise. "Su Honda e Nissan solo voci per Termini Imerese? Datemi il tempo di verificarle. Nelle prossime settimane – ha promesso – incontrerò soggetti economici che stanno mostrando interesse per l'Italia a causa della Brexit".
Intanto però bisogna incalzare Blutec. "Il caso Blutec – ha detto Di Maio – non è solo una vertenza ma una questione di rispetto dello Stato. Entro le prossime settimane erogheremo gli ammortizzatori sociali fino a giugno, ma Blutec deve rispettare lo Stato che ha erogato soldi pubblici".
La “chiamata” che il ministro ha promesso dovrebbe riguardare anche Fca, visto che la crisi è cominciata con il suo disimpegno. "Fca - secondo Di Maio - deve fare la sua parte a Termini Imerese, perché è vero che ha deciso di andare via nel 2009 ma si è impegnata a garantire la transizione attraverso Blutec, azienda che è fornitrice di Fiat da tanti anni".
Il caso sarà seguito sempre da questo governo. Il vice premier non crede infatti alla previsione dell’agenzia Fitch secondo cui in Italia nella seconda metà del 2019 ci saranno nuove elezioni dopo le europee.
Un gruppo di lavoratori ha atteso davanti al Municipio la conclusione della visita del ministro. “Non ci abbandoni, abbiamo bisogno di lavoro” è stata l’invocazione che ha accompagnato l’uscita di scena di Di Maio. Qualche momento di vivace confronto, accompagnato anche da alcune voci critiche, c’è stato quando è apparso l’on. Luigi Sunseri, deputato regionale dei Cinque stelle. La discussione non ha mai assunto toni forti. Prima di andare via Sunseri ha dato qualche risposta alle politiche del lavoro del governo e all’andamento del progetto di ripresa produttiva nello stabilimento Blutec.
23.02.2019
Fausto Nicastro

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