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L’INCHIESTA DI TERMINI IMERESE

Cordaro: “Io scambiato
per un pregiudicato

La prima differenza sta nel diminutivo. Si chiamano entrambi Salvatore Cordaro. Ma uno è conosciuto come Toto, e fa l’assessore alla Regione, e l’altro Totò, ed è un pregiudicato. Questione di accenti? No. Anche l’anagrafe dice che sono persone diverse: il Cordaro detto Toto è nato nel 1967, il Cordaro detto Totò nel 1971. Una volta chiarite queste differenze, che sono fondamentali, resta da capire perché nell’inchiesta con 96 indagati per voto di scambio e favoritismi a Termini Imerese l’assessore assume le sembianze del pregiudicato. In questa storia non si scambiano solo voti e promesse, si scambiano anche le persone.
Non si sa se questo basti per dire, almeno in questa fase, che Cordaro detto Toto si possa chiamare fuori dall’inchiesta. Ma la confusione di nomi e di “precedenti” (“ho il casellario pulito”, dice l’assessore”) certo porta acqua a Cordaro che ha convocato nel suo studio di avvocato i giornalisti per proclamare la sua estraneità ai fatti su cui ha indagato la Procura. “Ho appreso della indagine a mio carico – dice – da un giornalista, non ho ancora le carte e vi dico fin d'ora che sono del tutto estraneo. Ma quello che è successo è un assurdo perché il presidente Nello Musumeci avrebbe messo in giunta un pregiudicato".
"Come si può immaginare - ha spiegato - la vicenda è drammaticamente delicata. Ho scoperto da un giornale il 15 marzo che sarei un recidivo".
L’errore che scambia un Cordaro per l’altro e all’assessore attribuisce una “recidiva generica” si legge a pagina 32 dell'avviso di conclusione indagini. E in queste carte l'indagato Salvatore Cordaro è nato il 18 agosto 1971 e risulta, sottolinea l'assessore, "soggetto pluricondannato, con due condanne irrevocabili, una per lesioni personali continuate e aggravate e una per omicidio colposo e lesioni in danno di più persone e sospensione della patente e condanna a una pena detentiva".
Poteva sfuggire un’imprecisione così banale a uno che fa l’avvocato da 22 anni? Certo che no perché “una cosa così non mi era mai accaduta”. E finisce per dare a Cordaro il destro per mettere tutto in discussione: “Un dato così macroscopicamente superficiale mi desta grandissima preoccupazione. Per il ruolo che ricopro, in questa indagine, sono il soggetto più esposto politicamente, oltre che mediaticamente. Certamente, c'è il beneficio della buona fede. Mi auguro – è il pistolotto finale – che la Procura voglia adottare un approccio diverso. Sarò collaborativo. Ma questa, a mio avviso, grossolana superficialità ha già arrecato un gravissimo danno alla mia immagine".
16.03.2019
Fausto Nicastro

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