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12.03.2012
Riccardo Gervasi
Riccardo Gervasi
In Cina un tipico prodotto dell’artigianato tradizionale è rappresentato dalle “scatole cinesi”. Scatole di dimensioni crescenti che vengono inserite una dentro l’altra a formare una collezione, senza contenere altro all’interno. Tanto che di “scatole cinesi” si parla – ovviamente in senso metaforico – nel mondo della letteratura, ma anche della finanza. In un caso per significare che la struttura narrativa di un’opera consiste in un’altra narrazione, nell’altro invece per indicare come una società controllata finisca per controllarne altre al proprio interno. E nel mondo economico-finanziario di “scatole cinesi” ne esistono a iosa.
In questo modo, infatti, è possibile a chi se ne intende acquistare e controllare quote aziendali anche a dispetto della maggioranza. Esattamente come vorrebbero fare alcuni a Cefalù con la candidatura a sindaco di Edoardo Croci.
Il professore che parla milanese si è presentato al cinema Di Francesca sabato pomeriggio per l’investitura ufficiale. Ad attenderlo – nonostante i nomi importanti dei due “padrini”, Gianfranco Miccichè e Simona Vicari – erano meno di 250 persone tra elettori e personaggi della politica regionale e provinciale. Ma in questi casi ciò che conta è l’apparenza. E infatti tutto è stato studiato nei minimi particolari. Una vera azione di marketing ha voluto che la manifestazione si svolgesse in un cinema che può contare appena su 150 posti a sedere. Un modo per nascondere i vuoti e far apparire, appunto, ciò che non c’è: la folla. Obiettivo, chiaramente, l’effetto trascinamento.
I due vecchi volti della politica cefaludese, l’ex sindaco Simona Vicari e il suo ex sponsor Gianfranco Miccichè, dopo aver fatto ammenda per le loro pregresse incomprensioni che recentemente avevano rotto ogni idillio, hanno presentato Edoardo Croci quale miglior candidato per Cefalù. Se non altro per le sue bocconiane credenziali di natura economica. Cosa questa non indifferente, soprattutto dopo anni e anni che si sente parlare della grave crisi finanziaria del Municipio. Una crisi – giova ricordarlo – dovuta proprio all’allegra gestione precedente l’era Guercio, quando il Comune era diretto da chi oggi sponsorizza l’economista bocconiano. Ma tant’è!
Non ha perso tempo il professore. Se nel precedente incontro di qualche giorno prima al Sea Palace aveva parlato per 6 minuti, adesso ha parlato 20 minuti in più. Poco meno di mezz’ora è bastata a Croci per dire che, qualora dovesse essere il futuro sindaco di Cefalù, si trasferirà in questa città. Il programma? No, quello ancora manca. Per realizzarlo, infatti, dovrà incontrare i cittadini e le diverse associazioni e categorie. Al momento il suo è solo un generico progetto: porto, ambiente, turismo, traffico e imprenditoria locale sono solo alcuni degli elementi possibili.
Insomma, a un mese e mezzo circa dal voto questa candidatura appare come una vera e propria scatola vuota, essendo altri i veri protagonisti di una stagione che potrebbe riservare a Cefalù il ruolo di una scatola cinese.
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