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MARCHIONE RIBADISCE IL DISIMPEGNO

Per la Fiat di Termini condanna senza appello

Il ministro Scajola convoca tavolo speciale
Marchionne presenta un piano “ambizioso” ma gela ogni speranza su Termini Imerese. Non solo conferma il piano di riconversione, con lo stop alla produzione di auto a partire dal 2012, ma dice chiaramente che la Fiat è pronta a farsi da parte. Se non è l’annuncio di una chiusura poco ci manca. E si pone, va detto anche questo, in contraddizione netta con la promessa che l’azienda del Lingotto ha presentato all’incontro con il ministro Claudio Scajola a palazzo Chigi: investimenti per 8 miliardi di euro; produzione di undici modelli per un totale di 800 mila o un milione di auto (oggi circa 650 mila). E malgrado l’impegno a potenziare gli stabilimenti italiani, su Termini è stata rovesciata un’enorme gelata. La Fiat sostiene che qui la produzione è più onerosa, quasi mille euro in più per ogni auto prodotta. Marchionne ha usato espressioni forti e un tono che agli operai venuti da Termini è apparso “tracotante”. Lasciando palazzo Chigi, l’amministratore delegato della Fiat ha ribadito: “Abbiamo confermato l’impegno di Fiat a lavorare con le parti sociali e le istituzioni per trovare una soluzione per lo stabilimento di Termini Imerese”. Alla domanda se gli incentivi proposti dal presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, possano cambiare il piano, Marchionne ha risposto: “Capisco il problema del presidente Lombardo. Ne sono compartecipe. Ma questa non è una situazione facile perché il problema è strutturale e l’unico modo per risolverlo sarebbe quello di spostare la Sicilia e metterla vicino a Piemonte o Lombardia. Se Lombardo è capace di fare questo che Dio lo benedica”. Al tavolo della trattativa, come queste frasi dimostrano, Marchione ha mantenuto una linea intransigente. La condanna per Termini è stata radicale e, purtroppo, definitiva. Il giudizio dei sindacati è stato negativo, sia pure con qualche distinguo. E dura è stata la risposta dei lavoratori giunti a Roma con un treno speciale con animo gonfio di speranza ma anche di realistiche preoccupazioni per i progetti di riconversione dello stabilimento siciliano. “Questi piani sono calci nel sedere agli operai” hanno commentato prima di rimettersi in marcia verso la stazione Termini di Roma per ritornare a casa. Domani parteciperanno allo sciopero già indetto dai sindacati e a un’assemblea davanti ai cancelli della fabbrica. Scajola ha annunciato la convocazione di un tavolo speciale per Termini Imerese e, dagli ambienti governativi, è stata rilanciata l’ipotesi di un interesse del gruppo cinese di Chery Automobile che pure aveva smentito le voci nei giorni scorsi. La pista cinese è stata rilanciata proprio durante la presentazione del piano industriale della iat. E Marchionne l’ha subito ripresa spingendosi a dire: “Siamo addirittura pronti a mettere a disposizione lo stabilimento”. È la conferma ulteriore che la Fiat non ha ancora le idee chiare sul suo futuro. L’azienda ha una sola certezza, ribadita senza alcuna possibilità di discussione: nel 2011 finisce dopo 40 anni il sogno dell’auto in Sicilia.
22.12.2009
Fausto Nicastro