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PASSA UNA NORMA DELLA FINANZIARIA

L’acqua torna pubblica L’Ars dice no ai privati

Approvata la proposta del Pd
L’acqua in Sicilia tornerà a essere pubblica. Lo chiedevano molti comuni, ora lo ha deciso l’Assemblea regionale che con 53 voti a favore e 25 contrari ha approvato, a scrutinio segreto, l’articolo 50 della finanziaria regionale. La norma che rimette i privati fuori dai meccanismi di gestione è stata proposta dal Pd. Prima del voto, c’era stato un intervento del presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Replicando in aula ad alcuni deputati che nei loro interventi avevano espresso dubbi rispetto alla legittimità e alla costituzionalità della norma, ha detto: “Non sarei favorevole se non fossi sicuro che non andremo incontro a nessun contenzioso. L'Ars può votare serenamente perché comunque su questo argomento torneremo presto a legiferare”. La norma approvata dall’Ars avvia il ritorno alla gestione pubblica delle risorse idriche che in alcuni comuni siciliani come Cefalù (Termini Imerese ha invece detto no) vengono gestite da società e consorzi privati che in alcuni casi non sono riusciti a risolvere i problemi di approvvigionamento. Il voto dell’aula che restituisce l’acqua alla gestione pubblica è stato salutato dal Pd come una vittoria. Critica invece la posizione dell’opposizione di destra che ha prospettato profili di illegittimità costituzionale. “La norma innalza il profilo di questa finanziaria”, ha detto Antonello Cracolici, presidente del gruppo Pd all’Ars. “Il parlamento ha certamente compreso l’importanza di una norma che impone un dietrofront rispetto alla fallimentare gestione privata delle risorse idriche”, aggiungono i parlamentari regionali del Pd, Giovanni Panepinto, Pino Apprendi, Davide Faraone, Vincenzo Marinello e Concetta Raia. Secondo Panepinto, oltre a bloccare l’iter della gestione privata, la norma impegna la Regione a dotarsi entro un anno di un provvedimento che organizzi la gestione integrata del servizio. Fornisce inoltre alle amministrazioni locali i parametri per le cessazioni delle convenzioni con i gestori privati”. In sostanza alcuni comuni, come quello di Cefalù, dovranno chiudere il rapporto con Aps (Acque potabili siciliane). Michele Palazzotto, segretario generale della Fp-Cgil siciliana, ha spiegato che la norma consentirà di rescindere i contratti con tutti quei gestori che hanno una percentuale di mancata realizzazione degli investimenti superiore al 40% di quelli previsti dal contratto e che quindi hanno fallito nello scopo di migliorare il servizio. “In Sicilia – ha concluso – si tratta della quasi totalità di enti”. Il Pdl Sicilia ha votato la proposta del Pd. E il suo capogruppo Giulia Adamo ha spiegato, in un intervento molto applaudito dai banchi del Pd, che il suo gruppo “ha votato con convinzione questa norma perché rivendichiamo con coerenza la nostra cultura liberale, per la quale non esiste nulla che possa essere affermato in maniera assoluta, neanche il mercato”.
30.04.2010
Redazione