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UN ARTICOLO PER LA VOCE

Saja: il mio incontro con il regista Elio Petri

Questo intervento di Pietro Saja, scritto per la Voce del marzo 2007, non è solo un articolo. E' anche e soprattutto una diretta testimonianza su un'attività culturale che a Cefalù ha una notevole tradizione. Saja racconta l'incontro con Elio Petri, regista di "A ciascuno il suo". Il “Cineclub Cefalù” fu costituito con atto notarile il 3 aprile 1962 e fu inaugurato il 29 aprile con il film Il posto delle fragole di Ingmar Bergman. Scopo del sodalizio, presieduto da chi scrive, era quello di «organizzare proiezioni di film di alto valore artistico, trattando problemi sociali, culturali e storici». Il Giornale di Sicilia e L’Ora dedicarono quasi sempre un articolo di commento a ogni incontro, dando anche un puntuale resoconto del dibattito che accompagnava la proiezione. Ricordo che la discussione che seguì la visione del film Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini durò due sere di seguito. Il film, che il regista di formazione marxista aveva dedicato a papa Giovanni XXIII, sollecitò un lungo dibattito sul tema: “È possibile un dialogo tra marxisti e cattolici?”, al quale presero parte politici, magistrati e sacerdoti. Alla fine, siamo a metà degli anni ’60, molti manifestarono la convinzione che in futuro il dialogo sarebbe stato possibile nel rispetto delle differenze. Della ‘vita’, delle esperienze di quel sodalizio ricordo un episodio, direi un evento, di rilievo assoluto non solo per noi cinefili ma anche per l’intera comunità cefaludese: nel 1966 venne a Cefalù Elio Petri per girare il suo film A ciascuno il suo, tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia. Noi cultori della decima musa ci mettemmo a disposizione del regista, per aiutarlo a superare tutte le difficoltà logistiche. Petri si mostrò molto aperto e a volte ci comunicava come avrebbe modificato qualche sequenza della sceneggiatura iniziale. Alcune scene non previste furono girate cogliendo le occasioni che si presentavano: la bellissima inquadratura panoramica dall’alto, che apre il film, fu realizzata grazie alla casuale presenza di un elicottero che doveva spruzzare un insetticida sulle campagne di Cefalù. Intuendo che il film avrebbe fatto conoscere le bellezze di Cefalù in tutto il mondo, mi diedi da fare, in qualità di presidente del cineclub, per organizzare una manifestazione in onore del regista e dell’intera troupe. Sia l’amministrazione comunale (sindaco, Prospero Giardina), che l’Azienda di turismo (presidente, Enzo Barranco) accolsero la proposta e si organizzò, presso il “Teatro Comunale”, una serata. In quell’occasione fu proiettato il film di Petri I giorni contati, magistralmente interpretato da Salvo Randone. La visione del film fu preceduta dall’ottima presentazione del critico cinematografico Gregorio Napoli. Elio Petri, prima di trasferirsi a Palermo per continuare le riprese, volle ringraziare il sindaco, il presidente dell’Azienda, le autorità e gli amici, offrendo un rinfresco all’ex Jolly Hotel e volle offrirmi una copia della sceneggiatura, con la sua firma autografa. Durante la lavorazione del film a Palermo, Petri venne a inaugurare il nuovo anno sociale del cineclub: si proiettava il suo film La decima vittima e il regista partecipò con passione al dibattito. A ciascuno il suo fu presentato al Festival di Cannes vincendo il premio per la migliore sceneggiatura. Il direttore di produzione, Gino Millozza, dopo i primi successi del film mi scrisse da Marsiglia: «In giro per il mondo mi è giunta l’eco del successo del film. Grazie ancora a voi e saluti a lei e agli amici». Poco tempo dopo ricevetti una lettera di Elio Petri, che mi scriveva da Milano: «Caro Pietro, da quando è uscito A ciascuno il suo, non ho fatto altro che viaggiare. Mi sono fermato a Roma solo pochi giorni, in un clima di grande confusione. Il film è andato bene. Meglio di quanto si potesse supporre... Io ho una grande nostalgia di Cefalù... Tutti, come me, vorrebbero tornarci presto. Io so benissimo, oltretutto, che Cefalù, la sua gente, voi giovani, il suo paesaggio hanno dato al film un contributo molto serio...».
19.05.2011
Pietro Saja