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NUOVA INTIMIDAZIONE AL SINDACALISTA DELLA CGIL

Croci e minacce per Liarda Sotto tiro anche i familiari

Non si ferma la catena di intimidazioni al sindacalista della Cgil delle Madonie, Vincenzo Liarda, diventato bersaglio di minacce per il suo impegno antimafia. Due lettere con la sua foto e quelle della moglie e della figlia segnate con le croci sono arrivate alla moglie di Liarda, nel suo ufficio di Petralia Sottana,e alla suocera. Identico il contenuto. Le foto di Liarda, della moglie e della figlia sono segnate con le croci. E sotto un messaggio terrificante composto con ritagli di giornale. Annuncia un "grande botto" e avverte che "non sono solo minacce ma realtà". L’aspetto più allarmante del nuovo episodio, che arriva a distanza di qualche settimana da un altro, è che si stia cercando di coinvolgere anche i familiari del sindacalista in una interminabile spirale di annunci e promesse di vendette. La Cgil di Palermo ha espresso così la sua solidarietà: "L’invio di minacce esplicite continua a ripetersi nei confronti di Liarda e della sua famiglia da parte dei soliti anonimi che su quel territorio vorrebbero continuare a fare e disfare, così come è stato per tantissimi anni, ma che adesso si trovano frenati dall’azione della Cgil e di Liarda da un lato, e da quella della magistratura e delle forze di polizia dall’altro. La prova più incisiva di quest’azione è l’aver riportato il terreno confiscato di Verbumcaudo nelle condizioni di poter essere utilizzato come bene sociale contribuendo in questo modo, da parte delle forze dell’ordine, a fare chiarezza sulle contiguità e infiltrazioni mafiose che in quella zona continuano a essere pesanti". "Lo stillicidio insopportabile di queste continue minacce - aggiunge Maurizio Calà, segretario della camera del lavoro di Palermo - confermano ciò che sapevamo e cioè che in quel territorio la mafia continua ad agire per avere il controllo totale delle attività pubbliche e private. Per questa ragione pensiamo sia importante che da un lato gli inquirenti procedano l’egregio lavoro che stanno facendo e che dall’altra anche le forze sociali assieme ai sindaci di quei comuni procedano con un’azione di sviluppo della legalità. Un fatto importante è che si costituisca subito, come chiediamo da anni, il consorzio sviluppo e legalità delle Madonie da parte dei sindaci. Sappiamo – prosegue Calà - che il prefetto Cannizzo sta dando un’accelerazione a questo processo e che domani ci sarà un’altra riunione in Prefettura. Crediamo che questo ennesimo atto intimidatorio debba servire ad accelerare il processo di costituzione del consorzio e dare all’area delle Madonie un’organizzazione istituzionale e formale per la gestione dei beni confiscati".
26.11.2013