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L'INTERVISTA

Restaurata la chiesa al Kalura grazie alla fondazione Scicolone

Un impegno che continua da anni
Dopo anni di iniziative culturali, Antonella Scicolone cambia indirizzo e sceglie una nuova strada per il suo impegno sociale. E il nuovo passo è inaugurato da una scelta importante, farsi carico del restauro della chiesa di Maria della luce di Cefalù, al kalura, la cui struttura versava in un grave stato di degrado, per cui erano necessari immediati interventi. Da anni la Scicolone continua a investire – spesso senza ricevere neanche un grazie – sulle città che le stanno più a cuore, Lascari e Cefalù. Lo fa in memoria della sua famiglia, e in particolare del fratello Salvatore, prematuramente scomparso. In tutti questi anni la fondazione che ha intestato a sua memoria si è impegnata a finanziare manifestazioni canore e di danza, gare automobilistiche, ripristino di monumenti, borse di studio e appuntamenti ospedalieri con la clown terapia. Ora però Antonella vuole agire con segni che permangono, come ci racconta: “Dopo molti anni di questo impegno – dice la Scicolone – ho deciso che è ora di lavorare per migliorare le carenze strutturali dei luoghi. Questo è possibile con interventi come quello che ho finanziato alla chiesa del kalura, ma anche con la mia donazione di un terreno a Lascari, per l'avviamento di un moderno progetto di cui è prematuro parlare oggi ma che permetterà al territorio di crescere socialmente. Sono giunta alla conclusione che siano queste le azioni che meglio si confanno allo spirito della fondazione, e ringrazio soprattutto l'amministrazione di Lascari che ha sempre accolto la mia volontà di essere utile per la città. Perché capita anche questo: aver difficoltà ad aiutare. Chi ha bisogno di un aiuto dovrebbe fare un piccolo sforzo, a volte. Quello di consentire, a chi tende una mano, di farlo. Sono lieta del fatto che a Lascari questo tentativo di impegno attivo da parte della nostra fondazione sia sempre stato accolto con entusiasmo, perché anche per fare la nostra parte l'entusiasmo aiuta”. Abbiamo chiesto ad Antonella se non le manchi, a questo punto, l'attività organizzativa di manifestazioni come quelle che l'hanno impegnata in passato. “Organizzare manifestazioni è una splendida attività ma a volte si può restare delusi, come mi è successo nel caso del Rally ronde che ho tentato di far diventare una manifestazione strutturata, senza ottenere il giusto supporto. Forse anche per questo – e la considero una maturazione – ho capito che ha molto più senso attivarsi per qualcosa che permangano nel tempo, come un restauro o una costruzione per il sociale, invece che per manifestazione che anche se importanti sono temporanee”. Cosa pensa Antonella Scicolone di un'altra fondazione di Cefalù, il Mandralisca? È possibile aiutarlo? “La mia fondazione non può supportarne, perché non è questa la sua mission. Però credo che il Mandralisca avrebbe bisogno di una consiglio di amministrazione a vocazione manageriale. È vero che gli aiuti del pubblico sono utili, ma i musei che funzionano veramente sono quelli che hanno trovato la giusta chiave per vendersi. La parola sembra dura, invece è proprio così: è necessario un buon marketing”. Qualcuno si chiede se Antonella Scicolone sarebbe pronta a entrare in politica. A queste persone lei risponde con un sorriso: “Mi sono candidata, una volta, ma non è andata bene. Però quella non era affatto la mia vocazione, mi ero fatta trasportare da un progetto politico nel quale ho creduto. Ora preferisco dialogare con gli schieramenti intelligenti, che mirano al progresso reale di questo Paese, senza chiedermi se si portino dietro un'etichetta di destra o di sinistra. Per questo posso dire che no, la politica non mi interessa in prima persona”.
19.05.2014
Paola Castiglia