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L’APPASSIONANTE SFIDA DI TERMINI IMERESE

A un passo dal successo Burrafato va al ballottaggio

Malgrado il forte scarto con Moscato
Fino all’ultimo respiro il risultato è stato sospeso a una manciata di voti. Totò Burrafato ha sperato di ottenere, già al primo turno, la conferma come sindaco di Termini Imerese. Ma la frammentazione del voto, causata dal confronto tra cinque candidati, porta Burrafato al ballottaggio. Se la vedrà con Agostino Moscato. Eppure, durante uno scrutinio lungo e appassionato, lo scarto tra i due è stato sempre superiore al 16 per cento: 47,2 Burrafato (ma a un certo punto è stato vicino al 49) con 6.010 preferenze; 31,2 Moscato (3.964 voti). A distanza tutti gli altri. Il grillino Luigi Sunseri, che era partito con molto entusiasmo, non è mai andato oltre il 17 per cento (2.210 voti pari al 17,31 il dato finale). Sconta il flop generalizzato del Movimento 5 stelle, la difficoltà di coinvolgere l’elettorato, la propensione alla corsa solitaria e perfino una certa sufficienza organizzativa testimoniata dal fatto che è riuscito a mettere in campo una lista incompleta. Non c’è stata storia per gli altri: Stefano Vitale, il candidato ufficiale del centro destra appoggiato dalla lista “Semplicemente Termini Imerese” di Francesco Giunta, ha raccolto solo 527 voti pari al 4,13 per cento. Troppo poco per pensare di poter competere con Burrafato che con il 47,2 è andato molto vicino al successo pieno. Addirittura evanescente (0,46) la candidatura di Graziella Vallelunga, venuta fuori dal nulla e sostenuta da una grande carica personale. Ma niente di più. Con queste premesse Burrafato affronta il ballottaggio con un vantaggio più che consistente. Durante la campagna elettorale è riuscito a mobilitare un consenso reale e indiscutibile, forte del sostegno di una formidabile macchina elettorale spinta dalla forza di ben otto liste: dal Pd al Megafono, da Futura Termini ad articolo 4 di Lino Leanza, il gruppo che alle europee è riuscito a fare eleggere con oltre 90 mila preferenze la giornalista Michela Giuffrida. L’andamento del confronto ha poi dimostrato che la sua idea di sviluppo, che non vorrebbe abbandonare l’industria affiancandola a turismo e cultura, è apparsa la più convincente a un elettorato sfiancato dalla crisi e dalla smobilitazione della Fiat. L’altro punto forte della candidatura di Burrafato va rintracciato nella capacità di tessere una rete di collegamenti e relazioni trasversali. Qualcosa del genere ha fatto Moscato. E per questo è riuscito a sottrarre al sindaco uscente quegli spazi di consenso che lo hanno portato al ballottaggio. Più di questo Moscato non poteva fare.
26.05.2014