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CHIESTO UN INCONTRO ALLA REGIONE

Nuovi assetti per l’ospedale Sindaco di Cefalù: chi paga?

Una nuova fondazione gestirà l’ospedale Giglio di Cefalù. Questo era noto, ma chi mette i soldi e, soprattutto, su chi ricadono le perdite? È il punto cruciale sul quale si sta cercando di costruire il nuovo assetto dell’ospedale. Dal Comune, che sarà uno dei soci pubblici, parte una richiesta di chiarimento. Il sindaco Rosario Lapunzina ha proposto per questo un incontro urgente con una nota indirizzata al dirigente generale dell'assessorato regionale alla Sanità (Dipartimento pianificazione strategica), che con una mail del 20 agosto aveva chiesto che fossero adottate le “delibere per modifiche fondazione Giglio di Cefalù”. “L’amministrazione comunale – dice il sindaco – da tempo sollecita la definizione del nuovo modello organizzativo, ma non può non rilevare la necessità che vengano chiariti taluni fondamentali aspetti”. Vediamo di che si tratta. Lo schema di Statuto, delineato dalla giunta regionale in una delibera del 7 marzo 2014, non comporta la semplice modifica del precedente impianto, ma presuppone la costituzione di una “nuova” fondazione, con cinque soci di parte pubblica: cinque soci di parte pubblica: la Regione, il Comune, l’Asp, l’azienda ospedaliera Villa Sofia / Cervello e l’azienda ospedaliera Civico di Palermo. “La proposta – dice Lapunzina – può trovare accoglimento da parte dell'amministrazione comunale, anche se, specie a fronte dell'impegno finanziario richiesto (un milione di euro, ndr) risulterebbero inspiegabili sottrazioni di servizi essenziali, quali il punto nascite, per il cui mantenimento siamo da tempo impegnati”. “Riteniamo, tuttavia, indispensabile – aggiunge – che, insieme con il varo del nuovo organismo, si compiano gli atti di legge necessari a concludere la gestione passata, con l'accertamento e l'imputazione del disavanzo registratosi. Ciò, perché a nessuno può essere chiesto di cambiare auto in corsa senza sapere quanto carburante c'è nel serbatoio. Al contempo, occorre modificare la previsione statutaria secondo cui le perdite di gestione vanno ripartite tra i soci, perché in contrasto con la normativa sulle Fondazioni, per costante interpretazione della Corte dei Conti. Auspichiamo che vi sia la possibilità di chiarire rapidamente le questioni più importanti, e siamo impegnati a lavorare in questo senso”.
02.09.2014