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LA STIMA DEI DANNI DEGLI INCENDI

Cefalù, l’inferno di fuoco ha bruciato 38 milioni

Il Comune chiede lo stato di calamità
A Cefalù l’inferno di fuoco del 16 giugno ha provocato 38 milioni di euro di cui dieci alle abitazioni. È la stima fatta dal responsabile dell’ufficio tecnico comunale che viene citata nella richiesta di stato di calamità. Il sindaco lo aveva annunciato davanti alle strutture incenerite di una discoteca e di un ristorante. E ora la giunta comunale di Cefalù ha deliberato di formulare la richiesta con il calcolo sommario del costo delle distruzioni e delle ferite all’ambiente e al territorio. Particolarmente seri sono i danni alle abitazioni private con alcuni nuclei familiari che hanno visto andare in fumo i loro immobili e sono oggi ospiti in strutture assunte in locazione dal Comune. Ingenti anche i danni a talune attività produttive, stimati in quattro milioni di euro, e agli impianti tecnologici. “Di fronte a una vera e propria catastrofe che si è abbattuta sul territorio di questo comune, come su altri, riteniamo indispensabile – dice il sindaco Rosario Lapunzina – che il governo regionale chieda la proclamazione dello stato di calamità, e l'erogazione di specifici finanziamenti da parte del governo nazionale, che a ciò si era impegnato, per bocca del ministro Angelino Alfano”. Cefalù non si muoverà da sola. Nella richiesta di calamità saranno coinvolti altri comuni tra cui Collesano, Pollina, Lascari e soprattutto Gratteri. E proprio Gratteri ha formalizzato la richiesta di stato di calamità- Il sindaco Giacomo Ilardo ha spiegato che sono state devastate colture, aree boschive, allevamenti, strade rurali e condotte idriche. Seguirà una stima dei danni quando la ricognizione sarà conclusa.
24.06.2016
la Redazione