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Tagli alle spese, l’ente Parco lascia il Consorzio universitario

Il Parco delle Madonie esce dal Consorzio universitario. È una decisione che risponde unicamente all’esigenza di tagli e riduzione dei costi. E si traduce in un depauperamento delle opportunità formative. È del settembre 2002 la stipula del protocollo d’intesa tra l’Ente Parco, la Provincia regionale e l’Università di Palermo per la costituzione del Consorzio. Obiettivo principale: valorizzazione e sviluppo di nuovi corsi specialistici soprattutto nel comprensorio delle Madonie. Poi arrivarono le adesioni dei comuni di Castelbuono, Cefalù, Petralia Sottana, Petralia Soprana, Pollina, Geraci Siculo e Alimena che davano vita, così, al Polo universitario delle Madonie. Tra gli obiettivi fissati quelli di dare risposte adeguate alle esigenze di crescita culturale della popolazione, promuovere lo sviluppo socio-economico del territorio e la diffusione dell’attività di ricerca sia di base che applicata collegata ad altri Atenei italiani ed esteri. Spiega il commissario straordinario Salvatore Caltagirone che, “nell’intento di condurre a sistema l’insieme delle norme che si sono susseguite in materia di razionalizzazione, a seguito dell’introduzione del Tusp (Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica), già nella seduta del consiglio di parco del 21 luglio 2017, i sindaci avevano approvato il piano di ricognizione delle partecipate predisposto dall’Ente”. Il Commissario traccia un bilancio della situazione debitoria. “A piccoli passi – dice – stiamo cercando di risanare la situazione debitoria dell’Ente, grazie anche alle direttive e all’impegno dell’assessore regionale del territorio e dell’ambiente, Toto Cordaro. Risale proprio al mese di luglio il decreto assessoriale che dispone la concessione di maggiori somme a favore dell’Ente Parco delle Madonie per la riduzione dei debiti, tra i quali quelli del Consorzio universitario di 155 mila euro risalenti agli anni 2010 e 2011”. Tutte le dismissioni delle partecipate, non solo il Consorzio, operate dall’Ente Parco sono state motivate, sottolinea ancora il commissario, “dalla necessità di contenimento dei costi di funzionamento, economicamente non più sostenibili”.
10.01.2019