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ALL’ISTITUTO DEL DUCA BIANCA AMATO

Pausa telefonino a scuola, primo esperimento a Cefalù

Un telefonino non si nega a nessuno. Nemmeno agli studenti che non riescono a separarsi un solo momento dal loro smartphone e in classe fanno i salti mortali per tenerlo sotto controllo. Il divieto assoluto non ha funzionato. E allora c’è spazio per il compromesso. A Cefalù lo ha sperimentato la preside dell’istituto Jacopo del Duca Diego Bianca Amato che ha concesso due pause di pochi minuti per l’uso del cellulare. Una tra la prima e la seconda ora, l'altra tra la quinta e la sesta. In quei momenti gli studenti possono prendere il cellulare dallo zainetto, chiamare gli amici, dare uno sguardo ai social, mandare qualche messaggio. "Oggi la scuola non può sfuggire alle sfide che arrivano dalle nuove tecnologie e dalla cultura del digitale", dice la preside Antonella Cancila, che per arrivare a questa soluzione ha promosso un sondaggio tra i ragazzi. Il 69 per cento si è espresso appunto per due brevi spazi nell'arco della mattinata. E il 77 per cento vorrebbe tenerlo spento durante le lezioni. Ed è già un gran risultato: dà un’idea del senso della misura dei giovani, consapevoli che il telefonino è uno strumento ormai irrinunciabile ma anche una fonte di distrazione. "Ho accettato questa proposta - dice la professoressa Cancila - per vedere cosa succede. Se gli studenti utilizzeranno questi due break in maniera responsabile non ci saranno problemi". Del resto la preside è convinta che “oggi la scuola non può non accettare le sfide che arrivano dalle nuove tecnologie e dalla cultura del digitale”. E aggiunge: “I giovani digital natives chiedono alla scuola spazi interattivi educativi dove poter raccogliere in modo positivo le sfide di una società che cambia e che si rinnova continuamente. Creare a scuola spazi di incontro e confronto diventa dunque obiettivo prioritario per far sì che gli studenti acquisiscano le competenze necessarie spendibili per il loro progetto di vita. A scuola si costruisce il futuro». Lo stesso sondaggio ha toccato un altro tema cruciale: quello del fumo. Il 75 per cento è consapevole dei rischi delle sigarette. La maggioranza (51 per cento) chiede di approfondire il tema e il 26 per cento vorrebbe che siano informate le famiglie dei ragazzi che fumano a scuola. Meno scontate le altre risposte. C'è infatti chi - il 22 per cento - chiede di abbassare il voto di condotta. Il 26 per cento chiede di avvisare le famiglie di chi fuma a scuola e ben il 17 per cento vorrebbe multarli come prevede la legge. Di questo si discute in una grande scuola di Cefalù. Come si dovrebbe fare in tutte le scuole: i temi del telefonino e del fumo sono molto importanti. Ci sarebbe anche quello della droga. Ma c’è sempre modo e tempo per parlarne.
10.10.2019