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"Salviamo l’ospedale", le Madonie si mobilitano

Salviamo l’ospedale Madonna dell’Alto. Con questo obiettivo è iniziata la battaglia dei cittadini delle Alte Madonie chiamati a lottare per disperazione. Nell’aula consiliare del Comune di Petralia Soprana si è tenuta un'assemblea pubblica, alla quale ne seguiranno altre in altri Comuni, per organizzare una forte mobilitazione in favore del diritto alla salute. L’incontro è stato promosso dal Comitato cittadino Petralia Sottana e dalle consulte giovanili delle Madonie. Erano presenti i sindaci e vari amministratori dei nove comuni che fanno capo al nosocomio di Petralia Sottana, il presidente dell’Unione Madonie Luigi Iuppa, il Movimento civico “Pediatria a Petralia”, sindacati e tanti cittadini provenienti dal circondario. Vari gli interventi dai quali è emerso che la problematica è grave e la gente è stanca di sentire “continue promesse mai mantenute”. Oggi addirittura c’è la seria possibilità che l’ospedale possa chiudere i battenti per mancanza di medici. Per tale motivo è infatti a rischio il reparto di medicina e chirurgia ancora attivi dopo la chiusura del punto nascita, del reparto di ortopedia e la pediatria. Tutto ciò perché non ci sarebbero medici che vogliano venire a lavorare a Petralia Sottana come dimostrano i vari bandi pubblici che non hanno trovato concorrenti. Una giustificazione dei vertici dell’Asp smentita dagli stessi bandi che non prevedendo contratti allettanti non suscitano interesse. Tutti i sindaci presenti hanno espresso anche le loro perplessità sulla nuova rimodulazione ospedaliera alla quale sta lavorando l’assessorato regionale della Salute che vedrebbe l’ospedale di Petralia Sottana accorpato a nosocomi più grandi come l’ospedale Civico. Un nuovo piano che i primi cittadini non accetteranno se calato dall’alto e se non tiene conto delle problematiche del territorio. L’incontro presso l’aula consiliare di Petralia Soprana è servito anche a evidenziare le criticità che vivono vari paesi delle Madonie riguardo alle nomine dei medici di medicina generale che in alcuni Comuni non esistono. Ecco perché tutti i presenti hanno confermato che non c’è più tempo da perdere. Bisogna mobilitarsi per difendere in diritto all’assistenza sanitaria. L’ospedale Madonna dell’Alto, infatti, è l’unico presidio delle Madonie e quello più vicino si trova a parecchi chilometri di distanza, a Termini Imerese. Se aggiungiamo la condizione precaria delle strade si comprende che non avere una struttura funzionante è questione di vita o di morte. Nonostante ciò, è stato osservato durante la riunione, la controparte politica regionale “da 40 anni non ha mai ascoltato le richieste dei madoniti e addirittura, in alcuni casi, non ha messo in pratica neanche gli impegni sottoscritti”. È necessario quindi cambiare metodo di rivendicazione e da più parti è stato suggerito di consegnare al prefetto le fasce tricolori dei sindaci assieme a tutte le tessere elettorali per segnalare che la situazione è al collasso e tra l’altro in un’area interna già alle prese con lo spopolamento che non potrà essere rallentato se continuano a mancare i servizi e in particolare la sanitàù. Per tale ragione, è stato ribadito, le scelte politiche non possono solamente seguire la filosofia dei numeri e non è possibile accettare la logica dei tagli. Per fare sentire la voce del territorio i promotori degli incontri che si sono svolti e si svolgeranno stanno lavorando all’organizzazione di una manifestazione pubblica da tenere nelle prossime settimane, mentre resta alta l’attenzione dei sindaci riguardo alla rimodulazione ospedaliera.
09.10.2023