I leader sindacali bocciano
i progetti di Marchionne
È decisamente negativo il giudizio dei sindacati sulle prospettive per Termini Imerese. I segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e delle federazioni metalmeccaniche si ritrovano attorno a una unanime bocciatura del piano Fiat. Il segretario della Cgil, Gugliemo Epifani, ha spiegato che “la questione di Termini è il centro del problema”. Per Epifani occorre fare in modo che “il cuore della Fiat resti in Italia” e che lo stabilimento di Termini, al quale è legato il destino di circa tremila lavoratori, continui a fare parte della linea produttiva dell’azienda del Lingotto.
Preoccupazioni per il piano, sia pure con qualche distinguo, sono state espresse anche dal leader della Cisl, Raffaele Bonanni, per il quale bisogna costruire nei prossimi due anni “qualcosa che contribuisca a dare continuità produttiva e occupazionale”. Bonanni ha sospeso il giudizio finale. “Lo daremo – ha detto – solo quando sapremo che sbocco si darà a questa situazione”. Per questo Bonanni ribadisce la necessità che il governo leghi la concessione degli incentivi alla produzione.
Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, ha osservato: “La nostra vera preoccupazione è legata a una prospettiva della Fiat sempre più internazionalizzata e sempre meno italiana. L’aumento di produzione annunciato non è tale da assorbire la capacità produttiva necessaria a saturare gli impianti”.
22.12.2009
Redazione