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LA VERTENZA DELLA FIAT

Trattativa minuto per minuto
In diretta la giornata romana

Il sito della Voce ha seguito in diretta con aggiornamenti continui l’andamento della trattativa a palazzo Chigi sul piano della Fiat. Ecco momento per momento il resoconto della giornata romana.

21,30 - “Qual è la politica industriale del governo Berlusconi? Che senso ha continuare a dare gli incentivi ad aziende che chiudono gli stabilimenti?”. Se lo chiede Francesco Boccia della presidenza del Gruppo Pd. “Scajola – aggiunge Boccia – la smetta di limitarsi a frasi di circostanza ed eserciti il suo ruolo per dare risposte immediate ai lavoratori di Termini Imerese. Non ha alcun senso continuare a dare incentivi ad aziende che ristrutturano i processi industriali sulla pelle dei lavoratori, mantenendo inalterati i dividendi agli azionisti. La vicenda di Termini Imerese è il simbolo del fallimento dei proclami liberali del governo Berlusconi sulle politiche industriali”.

20,30 - “Francamente Fiat non può dire: chiudo e arrivederci”. Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, ha commentato così a Porta a porta l’ipotesi di chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. “Spero che il governo abbia preteso – ha aggiunto – che dalla Fiat arrivino piani e proposte, delle ipotesi di contorno. Spero ci siano accordi di programma per progetti innovativi. Credo che Termini Imerese non possa essere abbandonata. Daremmo un segnale devastante per tutto il Mezzogiorno”.

20.15 - Lasciando palazzo Chigi, Marchionne ha ribadito: “Abbiamo confermato l’impegno di Fiat a lavorare con le parti sociali e le istituzioni per trovare una soluzione per lo stabilimento di Termini Imerese”. Alla domanda se gli incentivi proposti dal presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, possano cambiare il piano, Marchionne ha risposto: “Capisco il problema del presidente Lombardo. Ne sono compartecipe. Ma questa non è una situazione facile perché il problema è strutturale e l’unico modo per risolverlo sarebbe quello di spostare la Sicilia e metterla vicino a Piemonte o Lombardia. Se Lombardo è capace di fare questo che Dio lo benedica”.

19.50 - "L’ad di Fiat, Sergio Marchionne, continua ad avere un atteggiamento sprezzante nei confronti degli stabilimenti del Sud e di Termini Imerese in particolare. Le sue argomentazioni - ha detto Pino Apprendi deputato regionale del Pd e vice presidente della commissione attività produttive all'Ars - prescindono totalmente dagli interessi dei lavoratori. C’è quasi una volontà di chiusura che si continua a non comprendere e che penalizza soltanto il sito industriale siciliano. A questo punto non è ancora chiaro quale sarà il futuro di Termini. La vertenza continuerà a essere trattata in uno specifico tavolo di lavoro a cui siederanno rappresentanti del governo, di Fiat e del sindacato. Di certo ci opporremmo a una soluzione che possa mortificare la Sicilia”.

19.00 - “Siamo addirittura pronti a mettere a disposizione lo stabilimento, a fronte di un progetto che dia certezza di lavoro ai nostri dipendenti. Siamo disponibili a collaborare per approdare ad una soluzione che permetta di mantenere in vita una realtà occupazionale per i lavoratori di Termini quando cesserà la produzione di automobili”. Così Marchionne conferma quanto detto al tavolo con governo e sindacati a proposito della possibilità di cedere lo stabilimento Fiat di Termini Imerese.

18.58 - Sulla vertenza Fiat intervengono Antonio Di Pietro, leader di Italia dei Valori, e il responsabile Lavoro Idv, Maurizio Zipponi: “Oggi finalmente, dopo mesi di attesa, la Fiat ha consegnato al governo e alle organizzazioni sindacali il proprio programma industriale relativo alla produzione di auto in Italia. Nelle intenzioni dell’azienda si conferma la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese nel 2011, mentre rimangono le incertezze per Pomigliano d'Arco e Mirafiori. Per l’Italia dei Valori l’atteggiamento del governo è inaccettabile perché, a differenza degli esecutivi europei, appare imbelle, non avendo la forza di vincolare la concessione degli incentivi al settore, che andrebbero in larga parte a vantaggio di Fiat, all’impegno, da parte dell’azienda, a mantenere stabilimenti e occupazione in Italia. Ricordiamo che in Italia si producono 600 mila vetture all’anno e se ne vendono 2 milioni, con un solo produttore: la Fiat. Negli altri paesi industrializzati le case automobilistiche sono molteplici e la produzione è superiore al mercato interno: sono dati che indicano che nel nostro Paese esiste lo spazio per garantire a tutti gli stabilimenti nazionali il lavoro. L’Idv si riserva nei prossimi giorni la facoltà di avanzare proposte coerenti con questi obiettivi e queste possibilità”.

18.53 - "Per chi non avesse ancora capito chi è uno dei partiti che fa parte del network che da tempo sta sviluppando una campagna d’odio contro il presidente Berlusconi, le parole pronunciate da Francesco Barbato (Idv), rivolgendosi agli operai Fiat di Termini Imerese e Pomigliano d’Arco che stanno protestando sotto Palazzo Chigi, sono più che eloquenti: una vera istigazione alla violenza fisica. Viceversa, è necessario abbassare i toni e procedere sulla strada delle riforme condivise”. Lo ha detto il deputato del Pdl Pietro Laffranco. Da parte sua Barrato precisa: “Le mie parole sono state fraintese. Ai lavoratori della Fiat che manifestano a Montecitorio ho detto che per ogni lavoratore licenziato criticherò duramente in Aula Berlusconi ed il governo e proseguirò nelle sede istituzionali e nelle piazze questa battaglia per la difesa del lavoro. L’Italia dei Valori come è noto è il partito della legalità ed è contro ogni atto di violenza. In piazza ho invitato i manifestanti a mantenere la calma in una situazione che poteva diventare tesa”.

18.48 - Il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola convocherà un tavolo tra sindacati e Fiat per quanto riguarda il destino dello stabilimento Fiat di Termini Imerese.

18.45 - Marchionne si difende ancora dalle accuse di vivere di assistenzialismo: “Ogni volta che sento dire che Fiat si poggia sull’assistenza dello Stato mi auguro che sia dovuto all'ignoranza piuttosto che alla malafede. Un altro pregiudizio è che la Fiat riceve contributi dallo Stato italiano e poi investe all’estero. Dal 2004 la nostra azienda ha destinato all'Italia circa due terzi di tutte le risorse stanziate dal gruppo per gli investimenti e le attività di ricerca e sviluppo, sto parlando di esborsi finanziari nel nostro Paese che valgono 16 miliardi di euro. A detta di molti, e spesso di quelli che meglio dovrebbero conoscere il meccanismo e i dati, la Fiat si regge sui soldi erogati dall’Inps per la cassa integrazione. Invece é bene che si sappia che dal 1999 al 2008 la differenza tra quanto il nostro gruppo ha versato all’Inps come contributi e quanto è stato utilizzato per il sostegno al reddito ai lavoratori è nettamente a favore dell’Istituto di previdenza”.

18.42 - Dopo aver sfilato in corteo in via Berberini stanno protestando con slogan e striscioni sia in Piazza Montecitorio sia davanti a Palazzo Chigi. Prima di arrivare in piazza Montecitorio alcuni operai hanno tentato di passare per via del Corso superando il cordone della Polizia con le mani alzate, poi hanno desistito avviandosi in piazza Colonna. Intanto cresce la preoccupazione per i lavoratori di Termini Imerese in piazza che aspettano notizie più dettagliate dalla loro delegazione presente all’incontro tra Fiat, governo e sindacati.

18.40 - All’incontro di Palazzo Chigi è presente anche il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, che dichiara: “Marchionne non si può limitare a dire di essere consapevole dei risvolti sociali della chiusura di Termini non mostrandosi, al tempo stesso, disponibile ad accollarsi i maggiori costi di produzione. È una proposta irricevibile perché non tiene conto della disponibilità dei governi nazionale e regionale a mettere in campo risorse per rimuovere le condizioni di svantaggio. Termini Imerese non può essere considerata un’emorragia da arrestare”.

18.38 - Anche Raffaele Bonanni, segretario nazionale della Cisl, è sulla stessa lunghezza d’onda di Epifani: “Il vero problema rimane Termini Imerese. Anche se ci sono due anni prima della fine della produzione, dobbiamo agire immediatamente. Tutti dobbiamo muoverci perché si salvi quella realtà industriale senza velleità ma anche senza facilonerie. Ci vuole trasparenza e responsabilità, non possiamo abbandonare questa realtà a se stessa. Ci vuole un tavolo immediato per il futuro di Termini. Non possiamo lasciare i lavoratori nell’incertezza a Natale. Dobbiamo capire cosa può fare la Regione, lo stato e quali impegni prende la Fiat. Termini Imerese deve restare un sito industriale attivo. Ma non vogliamo il vecchio assistenzialismo, che sarebbe un colpo mortale per quella realtà sociale ed economica”.

18.35 - Interviene anche il segretario nazionale della Cgil, Guglielmo Epifani: “Il cuore del problema Fiat è Termini Imerese. È necessario sciogliere questo nodo perché se si perde un centro produttivo nel Mezzogiorno difficilmente lo si può sostituire. L’indotto si è molto ristretto e, in questo senso, l’integrazione americana può determinare criticità. Non ci può essere disparità con le politiche di altri paesi europei che sostengono molto di più le produzioni nazionali”.

18.30 - “Tra i nuovi modelli che Fiat produrrà nel biennio 2010-2011, la nuova Ypsilon sarà realizzata in Polonia”. Lo ha detto l’ad Fiat Sergio Marchionne.

18.20 - Il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola interviene al vertice puntando l’attenzione sullo stabilimento di Termini Imerese: “La criticità è Termini Imerese. L’ad Marchionne ha indicato la disponibilità a collaborare, non possiamo perdere quel polo industriale. Abbiamo il tempo di mettere insieme le risorse: quelle già dichiarate dalla regione Sicilia, quelle che il governo può dare per individuare un diverso sviluppo industriale dello stabilimento che garantisca l’occupazione. Già oggi dobbiamo prendere impegni”, ha concluso il ministro.

18.13 - “Fiat troverà anche in Italia la stessa responsabilità che ha trovato in America da parte del governo centrale, da quelli locali e anche delle parti sociali”. “Questo tavolo ha conosciuto sulla Fiat momenti difficili da far tremare i polsi; oggi possiamo discutere con serietà per garantire alla Fiat uno sviluppo nazionale e internazionale”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.

18.10 - “Siamo molto amareggiati per la decisione della Fiat, ufficializzata da Sergio Marchionne, di non produrre più auto a Termini Imerese. Non possiamo accettarlo. La reazione del sindacato e dei lavoratori sarà dura”. Lo ha detto il segretario della Uilm di Palermo, Vincenzo Comella, che sta partecipando alla riunione a Palazzo Chigi.

18.08 - “Il Governo e le istituzioni non abbandonino i fondamentali presidi industriali della Fiat al Sud. In particolare, non si lasci nella totale indefinitezza, come invece sta avvenendo, la vicenda di Termini Imerese”. Lo ha detto il vicesegretario del Pd Enrico Letta alla manifestazione in corso in piazza Colonna.

18.06 - Marchionne va al contrattaco sul tema degli incentivi statali: “La Fiat vanta dallo Stato un credito accumulato di circa 800 milioni di euro, non è vero quindi che siamo un’azienda assistita dallo Stato. Gli incentivi sono stati finanziati dalla Fiat”.

18.05 - “Mediamente ogni giorno il 30% dei lavoratori del nostro gruppo è coinvolto in stop produttivi”, ha affermato Marchionne.

17.55 - Nuova Panda a Pomigliano; conferma dei modelli attuali nello stabilimento di Torino-Mirafiori per il prossimo biennio; conferma anche per l’impianto di Melfi; a Cassino si aggiungerà la produzione della Giulietta. Lo ha detto Marchionne.

17.52 - “La Fiat cesserà di produrre auto a Termini Imerese da dicembre 2011”. Ecco l’annuncio ufficiale di Sergio Marchionne che ha parlato di “condizioni di svantaggio competitivo e difficoltà strutturali, perché lo stabilimento é in perdita”.

17.50 - “Per ogni operaio della Fiat buttato fuori, la tiro io in faccia la statuetta a Berlusconi”. Lo ha detto Francesco Barbato, deputato dell’Italia dei Valori prendendo la parola durante il presidio di protesta degli operai Fiat a piazza Colonna. “Di chi perde il posto di lavoro e di chi non l'ha mai avuto: è di questo che si deve occupare un Governo serio”, ha aggiunto Barbato.

17.45 - “Lo stabilimento di Pomigliano così non può reggere; è l'impianto più penalizzato per l'assenza di incentivi. Abbiamo già investito 100 milioni di euro ma non è servito a sanare la sovraproduzione”. “Fra tre anni potremmo parlare di Pomigliano come il secondo più grande stabilimento italiano della Fiat”.

17.40 - Finalmente Marchionne parla del destino dello stabilimento di Termini Imerese, e sono brutte notizie: “Su Termini Imerese siamo disposti a discutere proposte di riconversione con la Regione Sicilia e con gruppi privati”. “Disponibili a trovare soluzioni al di fuori della produzione di automobili”. “Siamo pronti a mettere a disposizione lo stabilimento”.

17.35 - Marchionne continua a esporre il proprio piano: “Nel biennio 2010-2011 arriveranno 11 nuovi modelli auto, tra cui il nuovo Doblò, la Giulietta, la nuova Panda e la nuova Ypsilon. Entro il 2012 siamo disponibili a produrre fino ad un range compreso tra 800 mila e 1 milione di vetture, dalle 650 mila auto attuali aumentando anche la produzione di veicoli commerciali leggeri da 150 mila a 220 mila unità”.

17.25 - Marchionne affronta, un po’ vagamente, il tema dell’occupazione negli stabilimenti italiani di Fiat: “Esiste una forte disparità dei livelli di utilizzo della manodopera tra stabilimenti auto italiani ed esteri. Dobbiamo affrontare il problema di petto: da quello che decideremo dipende il nostjavascript:;ro futuro. Se non lo facessimo, sarebbe una rovina”.

17.10 - Gli impianti della ex-Bertone a Grugliasco, appena fuori Torino, acquisiti di recente dalla Fiat, produrranno due modelli Chrysler. Lo ha dichiarato Sergio Marchionne, all’incontro con governo e sindacati.

16.55 - È Marchionne il primo a prendere la parola: “Nei prossimi due anni gli investimenti della Fiat in Italia ammonteranno a 8 miliardi”. “La domanda del mercato automobilistico sarà stabile nel 2010”. “L’operazione Chrysler è un tassello fondamentale per il futuro della Fiat”. “Vogliamo che l’incontro di oggi sia tutt’altro che rituale. Occorre conciliare i costi industriali con la responsabilità sociale: il puro calcolo economico avrebbe conseguenze dolorose che nessuno vuole”.

16.50 - È cominciato l’incontro tra governo, Fiat e sindacati. Sono presenti i ministri del Lavoro, Maurizio Sacconi, dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, degli Affari regionali, Raffaele Fitto. In sala anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta che in apertura di dibattito ha scherzato con l’ad Fiat Marchionne: “Parla in americano o italiano?”

16.45 - “Abbiamo un piano ambizioso per la Fiat, soprattutto in Italia”. Queste le prime parole di Marchionne all'incontro con il governo.

16.40 - “All’estero i governi hanno vincolato gli ecoincentivi al mantenimento dei livelli occupazionali. In Italia si faccia lo stesso” – ha dichiarato il senatore del Pd Beppe Lumia – “La Fiat di Termini Imerese è una realtà produttiva strategica con grandi potenzialità produttive. Ne era convinto, fino al 2008, lo stesso amministratore delegato dell’azienda, Sergio Marchionne, che con il cosiddetto ‘Piano A’ aveva proposto un programma di rilancio della produzione. Il Piano prevedeva la costruzione di nuovi modelli e un incremento dei livelli occupazionali di circa 2000 unità”.

16.30 - “Se oggi Marchionne è qui è grazie alla lotta che Termini ha fatto nel 2002”. “Non è vero che le auto a Termini costano mille euro in più”. Queste alcune dichiarazioni dei lavoratori che protestano in piazza Colonna a Roma.

16.15 - Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, è arrivato a Palazzo Chigi.

16.00 - È cominciato il presidio dei lavoratori a piazza Colonna, di fronte Palazzo Chigi dove si riuniranno Fiat, governo e sindacati per la presentazione del piano industriale. Insieme agli operai di Termini anche una delegazione delle tute blu di Pomigliano D’Arco. “Duemilacinquecento famiglie senza lavoro: non lo permetteremo”, recita uno striscione.
22.12.2009
Redazione

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