BOCCIATA L’IPOTESI FAVOREVOLE ALLA “PORPORA”
Cefalù, 200 famiglie dicono no
all’accorpamento di due scuole
Verso un unico istituto comprensivo
Duecento famiglie dicono no a un ipotetico accorpamento della scuola elementare “Spinuzza” all’istituto comprensivo “Rosario Porpora”. La notizia è arrivata quando si sono ritrovati attorno a un tavolo tecnico l’assessore Giuseppe Bonaviri, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, e le parti in causa, oltre a qualche rappresentante sindacale della Cisl. Il tavolo tecnico pare sia stato organizzato perché il dirigente scolastico della “Rosario Porpora” non si è arreso dinnanzi alla decisione del Comune di istituire un unico istituto comprensivo a Cefalù. Il rischio è infatti quello di perdere la dirigenza scolastica.
Sembra però difficile che possano essere stravolte le decisioni dell’amministrazione: il documento presentato, infatti, dal dirigente scolastico Nella Viglianti recava la firma di appena venti genitori. Un numero irrisorio a fronte delle duecento famiglie che hanno sottoscritto un altro documento, quello presentato dal circolo didattico “Nicola Botta”, di segno contrario dato che in buona sostanza si esprime per l’istituzione di un unico istituto comprensivo a Cefalù come, peraltro, prevede la normativa nazionale.
D’altra parte i docenti del circolo didattico “Nicola Botta” avevano già evidenziato come “ogni tentativo di modificare quanto deliberato dalla giunta comunale l’1 dicembre fosse in contrasto con le istanze pedagogiche e formative degli alunni considerati, quasi, alla stregua di arredi spostati da una realtà all’altra solo per soddisfare esigenze ben lontane dalla didattica”.
Sorprende, dunque, l’estremo tentativo della dirigenza della scuola media “Rosario Porpora” che è riuscita a strappare un tavolo tecnico per riaprire il confronto rimettendosi all’intelligenza delle parti. E sorprende ancor di più se si pensa che alla fine dell’incontro non è stato redatto neppure un verbale. Forse qualcosa è sfuggito. Ma sono, comunque, formalità. Ciò che conta è il fatto che non sarà certamente un documento firmato da venti famiglie a poter fare cambiare una decisione già presa l’1 dicembre, peraltro conforme a una legge nazionale.
18.12.2011
Riccardo Gervasi