IL COMUNE STRANGOLATO DAI DEBITI
Cefalù, i conti nel caos
L’aula boccia il bilancio
Il Consiglio comunale di Cefalù ha bocciato il bilancio di previsione 2011. A 48 ore di distanza dalla precedente seduta – quando erano emerse gravi irregolarità ammesse dalla stessa amministrazione – nulla sembra essere cambiato. Il Consiglio ha bocciato il bilancio con le stesse motivazioni che erano state già espresse dal collegio dei revisori e dalla Corte dei conti: il Municipio, infatti, non avrebbe fatto nulla per tentare di uscire dalla morsa debitoria. A preoccupare maggiormente sarebbero i debiti fuori bilancio non ancora riconosciuti e, soprattutto, la scarsa attendibilità circa le previsioni delle entrate per fronteggiarli.
Da sottolineare che il commisario ad acta Girolamo Gangi ha ritenuto che non sissistano i presupposti per procedere all'approvazione del bilancio e ha chiesto al ragioniere generale se sissistano i presupposti per il dissesto finanziario cosi come più volte relazionato al collegio dei revisori dei conti.
Continua, dunque a piovere sul bagnato e adesso il dissesto finanziario sembra prendere sempre più corpo. Anche perché la maggioranza dei consiglieri comunali non se l’è sentita di avallare gli oltre 5 milioni di euro di debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive, lodi arbitrali e ingiunzioni di pagamento, oltre a vari pignoramenti che la dicono lunga su una situazione di disequilibrio non contabilizzato. Per non parlare poi di altre posizioni debitorie, ammontanti a circa 4 milioni di euro, derivanti da acquisizioni di beni e servizi, ma a quanto sembra in violazione delle disposizioni di legge.
Come se tutto ciò non bastasse si aggiungerebbe pure, nell’ambito dell’esercizio provvisorio e della successiva gestione provvisoria per l’anno in corso, uno sforamento di 389 mila euro relativamente a diversi capitoli di spesa.
Si fa dunque tutta in salita la strada per il sindaco, Pippo Guercio, che già diverse settimane addietro ha annunciato la propria ricandidatura alle elezioni della prossima primavera. Se, infatti, le cose dovessero rimanere come sono è facile ipotizzare quanto prevede al riguardo la legge: la nomina di un commissario ad acta che si sostituirebbe a un esecutivo inadempiente con il conseguente scioglimento del Consiglio comunale. Inoltre, per gli amministratori ritenuti responsabile dell’eventuale dissesto finanziario è prevista l’interdizione dai pubblici uffici per i prossimi 5 anni.
30.12.2011
Riccardo Gervasi