Il Consiglio di giustizia amministrativa, che in Sicilia è organo di appello del Tar, ha confermato la sospensiva della nota del prefetto che avviava, di fatto, le procedure per la dichiarazione di dissesto finanziario del Comune. È un'importante boccata di ossigeno che conferma l'opera di risanamento del bilancio avviata dal sindaco Rosario Lapunzina.
Il pronunciamento del Cga arriva nell'ambito di una complessa procedura con la quale il Comune ha chiesto, in forza di una delibera del consiglio comunale, di aderire al cosiddetto "decreto salvacomuni": passaggio necessario per evitare il dissesto su cui la Corte dei conti aveva mosso rilievi circa l'ammissibilità della richiesta del Comune. Ora il Cga ha da un lato confermato la giurisdizione della magistratura contabile e dall'altro ha ritenuto viziata di legittimità la diffida del prefetto.
Il sindaco Lapunzina ha espresso una moderata soddisfazione "pur consapevole del permanere di evidenti difficoltà". E sottolinea che il Cga ha riconosciuto “valide le ragioni di pregiudizio paventate in primo grado dal Comune di Cefalù” ed ha confermato la sospensiva della nota prefettizia con cui, in data 11 gennaio 2013, veniva ordinata la dichiarazione di dissesto, giudicandola “obiettivamente in contraddizione con la parallela attività amministrativa posta in essere dal Ministero dell'Interno in ordine alla procedura di riequilibrio finanziario” promossa dal Comune.
"La procedura - ha aggiunto il sindaco - va pertanto avanti, nelle more dei futuri sviluppi in sede giurisdizionale, con riferimento, anche alla pronuncia della Corte Costituzionale sul ricorso presentato dalla Regione Siciliana avverso l'art. 13 del decreto legislativo 149/2011". Il decreto salvacomuni appunto che fissa termini e procedure per evitare il dissesto.