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NUOVO SEQUESTRO A GIBILMANNA

Cefalù, il campo da golf
era diventato una stalla

Era stato progettato e costruito come un campo da golf. Doveva servire a sviluppare a Gibilmanna un’attività di promozione turistica. La struttura invece non era mai stata adibita all’uso progettato e negli ultimi anni era diventata una stalla abusiva. Per due volte la polizia l’ha sequestrata. La prima volta quattro anni fa. La seconda proprio ieri.
L’indagine che ha portato alla denuncia a piede libero di un allevatore cefaludese, D.B.F. di 50 anni, avere usato conme stalla l’edificio di proprietà comunale trae origine da numerose segnalazioni. La struttura era stata già sequestrata da parte del Commissariato di Cefalù nel marzo del 2010, quando fu trovata praticamente nelle condizioni di degrado e abbandono attuali . Allora, dopo che si era accertata anche la violazione dei sigilli apposti all’immobile, si accertò che i capi di bestiame erano riconducibili a un altro allevatore cefaludese, B. G., di 24 anni, poi deferito alla Procura della Repubblica di Termini Imerese (il procedimento penale è tuttora in corso).
Una volta accertato, anche attraverso fonti confidenziali, che l’immobile continuava a essere adibito a ricovero di animali e stalla di capi di bestiame ma, soprattutto, a versare nel più totale degrado, la polizia ha proceduto al nuovo sequestro cautelativo. D’altra parte le stesse recinzioni a suo tempo curate dal Comune di Cefalù, cui era stata affidata la custodia giudiziale, risultavano divelte e utilizzate come recinto per i nuovi capi di bestiame che avevano preso possesso impunemente di una struttura pubblica realizzata con i soldi dei contribuenti.
Durante il nuovo sopralluogo è stato accertato lo stato di profondo abbandono e degrado di una struttura che era stata progettata e realizzata non certo per accogliere capi di bestiame.
L’immobile è stato così sottoposto nuovamente a sequestro perché sia interrotto il suo uso improprio. Sussiste poi il fondato pericolo che la sua libera disponibilità possa aggravare le conseguenze dell’attività illecita commessa o agevolare eventualmente altri reati.
Il servizio veterinario del Distretto di Cefalù ha collaborato cin il Commissariato per conoscere la tracciabilità dei marchi auricolari e dei microchip di alcuni animali rinvenuti presso la struttura. Una volta escluso che l’immobile fosse censito come luogo di ricovero di animali, il Distretto ha fornito al dirigente del commissariato Manfredi Borsellino la stampa del registro di stalla scaricata dalla banca dati nazionale dell’Istituto profilattico di Teramo dalla quale si evince che i capi di bestiame contraddistinti dai numeri seriali rinvenuti all’interno della struttura posta in sequestro appartengono a un allevatore cefaludese. Il padre, poi deceduto, peraltro in passato aveva usato come pascolo l’enorme terreno circostante.
La storia di questa opera pubblica incompiuta inizia nei primi anni ’80 con un finanziamento dell’Assessorato regionale al turismo e l’individuazione della contrada “Obo” da parte del Comune di Cefalù per la realizzazione di un campo da golf con una struttura servente annessa.
Si diede quindi il via ai lavori che nel giro di pochi anni si fermarono per un contenzioso tra il Comune e la ditta appaltante. L’opera, anche se incompiuta, fu definita nella sua essenzialità senza essere mai adibita allo scopo per il quale era stata progettata e realizzata.
Dopo che i costi di realizzazione erano ammontati a circa cinque miliardi delle vecchie lire, nel volgere di pochi anni, la struttura, abbandonata a se stessa e senza un’adeguata custodia, veniva vandalizzata e privata di tutti gli interni compresi finestre, infissi, arredi e sanitari.
L’immobile venne quindi sequestrato una prima volta nel marzo 2010 e affidato alla custodia giudiziale del Comune di Cefalù.
Ora il nuovo sequestro.
28.08.2014

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