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12.12.2012
Gli albergatori di Cefalù
Gli albergatori di Cefalù
Cosa sono i debiti fuori bilancio? Per capire il significato di questa semplice definizione che ormai da qualche tempo pare non ci lasci scampo, di questo buco nero destinato ad inghiottire tutti i misfatti delle nostre amministrazioni rendendo ineluttabile ogni imposizione fiscale che siamo costretti a subire, bisogna guardare un attimo come si forma il bilancio di un ente quale il comune.
Nella fase di bilancio preventivo (quella che con un ritardo di 12 mesi  si è appena conclusa nel nostro comune) le amministrazioni decidono, da un lato, quali saranno le spese da affrontare nell’anno successivo, sia sulla base dei passati bilanci che sui programmi di investimento e le eventuali economie, dall’altro come determinare le entrate indispensabili per coprire quelle uscite.
Nel comporre questo bilanciamento ci si potrebbe accorgere che la comunità non è in grado di generare tutte le entrate necessarie e ci si può trovare costretti a riduzioni sulle uscite rinunciando a porzioni anche consistenti di queste. Quindi è con progressivi aggiustamenti da un parte e dall’altra che si determina un bilancio di previsione.
Una amministrazione prudente potrebbe dovrebbe(?) anche prevedere  delle somme per spese impreviste, dal momento che proprio l’eventualità di una spesa imprevista, che spesso del tutto imprevedibile non è (l’esito di una causa, i danni ad un servizio, delle urgenti necessità) porta alla fine dell’anno l’amministrazione a dover richiedere al consiglio una autorizzazione a posteriori per spese per le quali nel bilancio preventivo non era stata autorizzata. Con costi che graveranno su tutti i contribuenti in misura non preventivata.
Tutto questo anche se può essere evitato o ridotto a cifre irrisorie, è comunque ammesso che possa accadere anche se solo per casi molto circoscritti.
Quello che non dovrebbe mai accadere è che, alla fine dell’anno, i conti non tornino perchè sono venute a mancare delle entrate, entrate per le quali i comuni hanno i tutti mezzi  per calcolarle al centesimo.
Al di là di quelli che sono i debiti formatisi per ragioni estranee alla volontà delle amministrazioni, gran parte del nostro debito deriva da entrate non incassate perché non corrispondenti alla nostra reale capacità contributiva.
In altre parole: mantenere aliquote più basse per compiacere il proprio elettorato, e insieme aumentare illegittimamente il gravame dove si ritiene di fare meno danno, se nel breve termine fa lievitare il consenso e ti consente di spendere anche quello che non ti sarebbe consentito, una volta smascherato il giochetto, ti costringe a tornare a mettere le mani nelle tasche dei contribuenti.
Così facendo un anno dopo l’altro, debito su debito, si è formato il nostro dissesto, così facendo anche l’attuale amministrazione non pensa a forme alternative e diverse se non quella dell’aumento esasperato della pressione fiscale con aliquote Imu spinte al massimo ed anche, in taluni casi, al di fuori delle previsioni della legge.
E’ falso che per la prima casa sia stata applicata l’aliquota IMU più bassa: 0.4 è esattamente il doppio di quella di 0,2, adottata ad esempio a Campofelice. Lo 0,4, infatti, è l’aliquota base prevista dalle legge ed il comune aveva possibilità di ridurla portandola allo 0,2, ma non l’ha fatto.
E’ falso che 1,06 sia l’aliquota più alta per le seconde case in locazione, per gli immobili strumentali….. , la più alta è invece 0,76 e per queste categorie poteva solo essere diminuita. A dirlo è la stessa legge istitutiva dell’Imu che prevede una facoltà al ribasso ma non in aumento.
Aumentare ad arte questa semplice aliquota consente all’amministrazione di forzare il bilancio iscrivendo poste in entrata che, ove contestate dai contribuenti, si riveleranno non incassabili perché giudicate illegittime. Un bilancio formato con voci di entrata che non si incasseranno sarà la base per accrescere il debito che tornerà rapidamente ad essere ridistribuito fra i cittadini con altre tasse.
Occorre attenzione, quindi, nel pagare l’Imu. E l’attenzione consiste nell’essere informati, quali cittadini attenti e rispettosi della legge, qual è l’effettivo dovuto al Comune secondo le previsioni delle norme e secondo diritto. Ricorrere contro balzelli eccessivi ed illegittimi non è rivolta fiscale. Non è neppure disobbedienza civica. E’ al contrario senso consapevole dei propri diritti per affermare in concreto i principi di equità e di capacità contributiva statuiti dalla Costituzione. Pagare le tasse è giusto ma pagare oltre il dovuto no!
Per questo, di fronte all’ingiusto prelievo comunale è doveroso affermare i propri diritti ricorrendo presso le sedi istituzionali. Per pagare il giusto e non alimentare la spesa improduttiva e clientelare.  
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