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L’INCONTRO ROMANO AL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Fiat, solo cinque proposte
e un tavolo inconcludente

Tutti critici, dai sindacati al sindaco
Per la Fiat di Termini Imerese restano in piedi cinque proposte e solo tre riguardano l’auto. I cinesi si sono fatti da parte, spunta un interesse per le produzioni cinematografiche. Giustificati quindi i giudizi critici dei sindacati e del sindaco dopo l’incontro al Ministero dello sviluppo economico.
Invitalia, l’advisor incaricato di esaminare i progetti sulla fabbrica destinata a chiudere nel 2011, ha tirato fuori le carte raccolte. E sono spuntate tre cinque proposte per il settore dell’Automotive: il gruppo che fa capo all'industriale Gianmario Rossignolo, la Cape del finanziere siciliano Simone Cimino (con la Rev che si occupa di veicoli ad alimentazione elettrica e batterie) e la Map enginering che prevede di realizzare un impianto di stampi. I cinesi non hanno risposto alla richiesta di fornire ulteriori dettagli rispetto al progetto iniziale e sembra quindi che non abbiano più alcun interesse concreto. Gli altri due progetti riguardano produzioni cinematografiche (si è presentata Med Studios, che fa capo a Einstein multimedia) e il settore agricolo, e segnatamente le serre. In questo caso la proposta sarebbe riconducibile al gruppo Ciccolella. La società non esclude di potere coinvolgere una newco in capo alla famiglia che controlla Ciccolella.
All’incontro ha partecipato, come annunciato, anche l’assessore regionale alle attività produttive, Marco Venturi. “Anche in questa sede – ha spiegato l’assessore – abbiamo ribadito che la Regione ha stanziato 150 milioni per le infrastrutture. Ma sono disponibili circa 200 milioni di risorse europee per progetti di ricerca ed innovazione e le agevolazioni sul credito di imposta”.
I dirigenti del Ministero hanno assicurato che sarà presto pubblicato un bando internazionale con l’obiettivo di attrarre altri potenziali acquirenti dello stabilimento. La gara dovrebbe rimanere aperta fino al 15 luglio. Invitalia ha annunciato che entro il 15 settembre procederà alla definizione di una short-list. Ma bisogna attendere il 30 novembre per avere un quadro se non definitivo almeno chiaro.

I SINDACATI - come era prevedibile, non sono per nulla soddisfatti. “I tempi si allungano – ha detto il segretario della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone – e al momento ci sono solo chiacchiere. Non c’e' nulla di concreto. Delle iniziali 20 proposte ne sono rimaste solo cinque, e solo quella di Rossignolo sembra credibile. Le altre molto meno. Nei prossimi giorni convocheremo un’assemblea dei lavoratori della Fiat e delle aziende dell’indotto per valutare le iniziative da intraprendere. Non siamo affatto contenti di quello che sta producendo questo tavolo ministeriale. È venuto il momento di riprendere in mano la vertenza”. Vincenzo Comella, segretario provinciale della Uilm di Palermo, ha detto che si è trattato dell’ennesima riunione “interlocutoria” in cui il governo “ha continuato a fare il notaio di basso profilo e l’azienda ha mantenuto un atteggiamento di totale arroganza”. Comella ha riferito che alla sua domanda se Fiat fosse disponibile a restare a Termini Imerese anche dopo il 31 dicembre del 2011 nel caso non si raggiungesse un accordo di programma per il futuro dello stabilimento, il capo delle relazioni industriali del Lingotto, Rebaudengo, ha risposto: “Assolutamente no”.

LE REAZIONI - Allarmato il sindaco Totò Burrafato. “Il percorso proposto, per quanto apprezzabile non sgombera il campo dalle tante incertezze che si addensano sul futuro di Termini Imerese. Ad oggi, per quanto importanti, le cinque proposte pervenute al Ministero, di cui tre riguardano il settore dell’Automotive, non ci lasciano completamente tranquilli nonostante manchino ancora diciotto mesi dalla data scelta per cessare la produzione di auto. Questo processo di selezione dei piani di impresa di investitori pronti a venire a Termini Imerese deve essere accompagnata da un’analisi seria delle procedure autorizzatorie utili all’insediamento delle nuove attività produttive entro dicembre 2011”.
“Insufficienti le proposte e le risorse messe a disposizione dal governo Berlusconi per fare fronte alla crisi della Fiat di Termini Imerese”. Così il vice presidente della commissione Attività produttive dell'Ars, Pino Apprendi (Pd), che ha partecipato all’incontro romano. "Da un anno – ha aggiunto – si susseguono riunioni e tavoli tecnici del tutto deludenti e interlocutori. Nessun rappresentante del governo Berlusconi si presenta ai vertici mentre ai tavoli la stessa Fiat scherza e sorride con palese arroganza alle proposte e alle richieste avanzate dal sindacato”. Per Apprendi bisogna quindi “cambiare passo se non si vuole arrivare alla fine del 2011, data in cui è prevista la chiusura dello stabilimento, del tutto impreparati e sconfitti”.
Anche Salvino Caputo (Pdl), presidente della commissione attività prouttive dell’Ars, ha giudicato l’incontro “deludente, interlocutorio e privo di serie prospettive per il futuro dello stabilimento di Termini, per i lavoratori e l’economia del territorio”.
Le cinque aziende operanti nei settori delle vetture, dell'agricoltura, del tessile e dei profilati metallici, a suo giudizio, hanno presentato disegni e progetti totalmente incompatibili col tessuto economico e occupazionale del territorio di Termini Imerese. “È chiaro – ha aggiunto – che se sono queste le proposte che dovrebbero risolvere il grave problema della Fiat di Termini Imerese, certamente dobbiamo aspettarci tempi bui e tristi per il futuro di uno dei territori più importanti della provincia di Palermo. Questa è la conferma che la Fiat non soltanto vuole chiudere Termini, ma non sta dando nessun importante contributo alla risoluzione dei gravissimi problemi economici, imprenditoriali e occupazionali di Termini Imerese”.

UDC - “Si consuma nelle chiacchiere e nei rinvii la vicenda Fiat di Termini Imerese”. Lo hanno dichiarato i consiglieri termitani dell’Udc, Francesco Giunta e Pietro D’Amico. “Per l’ennesima volta – hanno aggiunto – abbiamo sentito ripetere che il governo nazionale sarebbe pronto a investire 100 milioni di euro e quello regionale 350 milioni di euro. Ma ci chiediamo: vista tale disponibilità, perché non si provvede subito ad avviare opere infrastrutturali, utili a rendere competitiva l’area? O queste risorse si intendono mettere a disposizione, senza condizioni, di coloro i quali si apprestano a subentrare alla Fiat?”. Secondo i consiglieri, il rinvio a settembre del tavolo tecnico sarebbe soltanto “un modo per annacquare ulteriormente la tensione. Ci spiace – hanno concluso – per i soliti personaggi a cui questi incontri servono unicamente per fare passerella”.

11.06.2010
Redazione

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