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OSTETRICIA A RISCHIO AL SAN RAFFAELE

Un comitato spontaneo
in difesa del punto nascite

In un documento le ragioni del no
È nato spontaneamente, così come qualche giorno fa era stato creato il gruppo facebook sul web, il comitato che l’8 settembre presidierà l’ospedale San Raffaele per chiedere conto della proposta di chiusura del punto nascite avanzata dal Ministero della salute a seguito dei tagli previsti dalla nuova manovra finanziaria che chiede di mantenere solo i reparti di ostetricia nei quali nascono almeno 500 bambini l’anno. Cefalù è poco distante dalla cifra che sarebbe prevista dalla nuova normativa, con i 480 parti dell’ultimo anno, eppure il reparto è a rischio.

A protestare sono i cittadini che si sono incontrati sul web – molti dei quali non si conoscono personalmente – e che sul social network hanno definito un documento che sarà consegnato all’ospedale. Questo il testo:

“In nome delle centinaia di persone che telematicamente si sono riunite e lo hanno condiviso, e in nome di quelle che sono venute personalmente davanti a questo ospedale, consegniamo questo documento per comunicare la nostra preoccupazione ed il nostro disappunto per la minacciata soppressione del punto nascite presso il reparto di Ginecologia ed Ostetricia del'ospedale San Raffaele - G. Giglio di Cefalù".

"Con esso intendiamo comunicare la nostra ferma contrarietà all'intenzione manifestata dalle autorità regionali di procedere a tale chiusura, sorde alle esigenze delle famiglie di questo comprensorio. Dichiariamo, altresì, che la nostra azione non nasce in contrasto con quanto svolto dai sindaci del Distretto sanitario D33 nella riunione tenutasi ieri a Cefalù, ma vuole essere piuttosto un sostegno al loro impegno in favore dei loro concittadini".

"Ricordiamo inoltre - prosegue il documento - alla direzione dell'ospedale il proprio impegno a fare dell'ospedale 'una eccellenza', com'era nelle intenzioni di coloro che diedero vita alla Fondazione San Raffaele - G. Giglio. Il reparto di Ginecologia ed Ostetricia non deve assolutamente essere depauperato del suo punto nascite, centro di vitale importanza per gli abitanti di un territorio esteso e complesso, bensì deve essere ulteriormente reso funzionale con l'arricchimento dei propri servizi - come ad esempio la riattivazione dei corsi di preparazione al parto - che certamente contribuiranno a colmare la ridotta differenza tra il numero di nascite già raggiunto e quello indicato come minimo dalle nuove direttive ministeriali, considerando anche il trend in netta crescita evidenziatosi grazie ai dati raccolti dal 2004 ad oggi".

"Per l'assessore regionale alla Sanità e per il presidente del Governo regionale - si legge ancora - il presente documento vuole essere un invito a tornare sulle proprie decisioni. In caso contrario, la nostra battaglia proseguirà ad oltranza, entro i limiti stabiliti dalla legge”.
07.09.2011
Paola Castiglia

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